Eros maledetto |
Giovanni Cipriani - Grazia Maria Masselli
IL LIBRO – Ancora magia, ancora magia nera! Nell'occasione, si è scelto, per comodità e anche per 'curiosità', di privilegiare un particolare modello di vittima di questa aggressione mediata dalla magia, ossia il vir devotus, l'individuo comune maledetto e perseguitato - per l'appunto - vuoi nei suoi attributi virili, vuoi nei suoi organi vitali, costretto ora a brucianti umiliazioni nel campo del sesso, ora a devastanti mortificazioni su tutto il corpo. Di qui il titolo "Eros maledetto", dichiaratamente allusivo a tutte le sventure in campo amoroso derivanti - questa la convinzione degli antichi greci e romani - da proditorie fatture magiche, il cui effetto è ritenuto non meno 'paralizzante' delle risorse messe a disposizione da un compiacente medicus amicus al fine di 'sabotare' un amplesso a lungo agognato. Quel che più sconcerta è che all'origine di tali processi destabilizzanti e degenerativi, figura un'inaspettata intesa fra magi e medici, che per l'occasione si scambiano i ruoli e orientano verso il male le loro competenze, all'interno di una dinamica di comportamenti che obbedisce unicamente e pervicacemente alla vendetta: di qui la perfida cospirazione contro la salus del malcapitato individuo; di qui la vile pratica dell'occulto. Aiuta molto, in questa prospettiva, il recupero di un passato 'presente' quale quello che emerge dalla prosa di Carlo Levi, testimone quanto mai attendibile della sopravvivenza dell'antico, ossia della vitalità di un relitto magico-superstizioso in grado di svolgere ancora e appieno la sua 'liberatoria' funzione in una società afflitta da delusioni e insoddisfazioni. DAL TESTO – "[...] la documentazione magico-superstiziosa antica merita, nel suo complesso, di essere riscattata dal timbro di marginalità e va esaltata proprio nelle sue componenti più 'volgari': si deve infatti, anche al contributo di quelle testimonianze se talvolta si è in grado di adoperare una efficace chiave propedeutica ed ermeneutica per comprendere la tradizione classica, una tradizione che molto spesso rischia di rimanere 'una crosta senza vita'. È innegabile, infatti, che la stessa letteratura d''élite' si presenta come una autentica 'riserva' di incantesimi, per accedere alla quale occorre munirsi di un idoneo 'chiavistello' di matrice folklorica, da cui 'pendono' svariate formule magiche, accumulatesi via via grazie all'esperienza diretta di una anonima massa popolare, affidatasi all'utopia delle pratiche magiche, oltre che convinta di poter cambiare il mondo con una formula o una pozione preparata per l'occasione da un praticante di magia o da un sedicente 'medico'." GLI AUTORI – Giovanni Cipriani è professore ordinario di Letteratura latina presso l'Università degli Studi di Foggia. I suoi interessi specifici si concentrano intorno alla retorica classica applicata alla storiografia e alla fortuna dei testi antichi, a livello letterario e iconografico. Si occupa inoltre di didattica del latino e di sperimentazione teatrale. Il campo della lessicografia costituisce un'ulteriore forma di investimento dei suoi studi, con particolare riguardo agli usi e ai costumi e più in generale alle categoria antropologiche della Roma antica. INDICE DELL'OPERA – Introduzione, di Giovanni Cipriani - Premessa – I. Magia 'mirata' – II. 'Incanto' di morte – Appendice. Carlo Levi tra folklore moderno e tradizione classica - Testimonia in traduzione - Abbreviazioni bibliografiche - Index auctorum |