Nella terra del passato vivente |
Mary Edith Durham
IL LIBRO – Scutari, 8 maggio 1908. Ai primi chiarori dell'alba, Edith Durham e la sua guida escono furtivamente dalla città per entrare nel cuore dell'Alta Albania, in territori comunemente considerati pericolosi e quasi mai esplorati da viaggiatori stranieri. Se un secolo prima Lord Byron aveva celebrato l'Albania del sud, dedicandole versi magnifici nel "Pellegrinaggio del Childe Harold", le regioni del nord rimanevano avvolte nel mistero: erano le terre "dell'innominabile turco", la frontiera fra islam e cristianità. DAL TESTO – "L'uomo del clan non mette il velo alle sue donne, né le tiene segregate più di quanto facciano molti cristiani, e raramente ha più di una moglie, fatta eccezione per una cognata. Lui non dà più retta al suo hodja che al suo prete. Tranne che nella moschea, non l'ho mai visto compiere preghiere o abluzioni rituali. Se è un sincero credente, appartiene a qualche setta derviscia - di preferenza bektashi - che ama i musulmani ortodossi quanto i Dissenzienti inglesi amano la Chiesa anglicana. In poche parole, ha avuto tutti i vantaggi dell'islam e ha continuato per la sua strada. Per converso, il cristianesimo gli offre la posizione di ultima ruota del carro, vantaggi problematici nell'aldilà e, udite udite, una probabile dominazione straniera su questa terra. L'AUTRICE – Mary Edith Durham (Londra 1863 - 1944), pittrice e illustratrice, cominciò a dedicarsi alla ricerca etnografica in occasione dei suoi primi viaggi nei Balcani. A partire dal 1908 e per tutto il resto della sua vita i suoi interessi di studio e le sue attività sociali e umanitarie si concentrarono sull'Albania, di cui sostenne attivamente la causa per l'indipendenza nazionale. « Nella Terra del Passato Vivente » è la prima traduzione italiana di « High Albania » (1909). Gli altri suoi libri sono "Through the Lands of the Serb" (1904), "The Burden of the Balkans" (1905), "The Struggle for Scutari" (1914), "Twenty Years of Balkan Tangle" (1920), "The Sarajevo Crime" (1925). Scrisse inoltre saggi e contributi etno-antropologici e fu corrispondente per numerose testate giornalistiche. LA CURATRICE - Olimpia Gargano, ricercatrice associata al laboratorio CTEL di Nizza, insegna Italiano e Latino al liceo "Angelico Aprosio" di Ventimiglia. Traduttrice letteraria da inglese, francese, tedesco, è dottore di ricerca in Letteratura Comparata dell'Università Nice Sophia Antipolis e dell'Università di Napoli "L'Orientale". La sua ricerca verte sull'analisi dell'immagine dell'Albania nella letteratura moderna e contemporanea, con particolare riguardo alle opere di Mary Edith Durham, Alexandre Degrand, Ugo Ojetti. INDICE DELL'OPERA – Introduzione. L'alta Albania ai primi del Novecento, di Olimpia Gargano – Prefazione – I. La terra del passato vivente – II. La terra e la legge – III. Kastrati, Shkreli, Gruda e Hoti - IV. Seltze, Vukli, Boga, Rechi - V. Pulati-Ghoanni, Plani, Theti – VI. La Prokletija, Shala e Suma – VII. Dukagjini-Dushmani, Berisha, Nikaj, Shala – VIII. Arriva la costituzione – IX. Nelle terre controverse. Gjakova, Devic - X. Prizren - XI. Luria / Mirdizia – XII. Il ritorno di Prenk Pasha – Epilogo - Elenco delle illustrazioni - Indice dei nomi – Appendice - Un'artista britannica diventata antropologa nei Balcani del XX secolo: Mary Edith Durham da Londra all'Albania, di Olimpia Gargano |