Le spartane di Licurgo Stampa E-mail

Maria Luisa Napolitano

Le spartane di Licurgo
Elementi per una storia greca di genere


Luciano Editore, pagg.112, € 16,00

 

napolitano spartane  IL LIBRO – Lo status femminile a Sparta nella prospettiva antica costituisce una peculiarità dalle contrastanti valutazioni: il modello è discusso e rifiutato in quanto trasgressivo, riprovevole, fonte di squilibrio per l'ordine sociale, ma anche accolto e apprezzato come irreprensibile ed encomiabile, integrato nel mirage e orientato alla riproduzione della comunità.
  Il volume raccoglie alcuni contributi editi e inediti, rivisti e in minima parte rielaborati. Essi risultano tematicamente connessi dalla comune trattazione di aspetti della realtà femminile spartana, riletta nella sua dinamica relazionale con l'elemento maschile e riproposta nelle prospettive ideologizzate dei sostenitori del mirage, con i loro antagonisti. Apparsi nelle prime versioni in momenti diversi, alcuni di questi studi risultano oggi difficilmente reperibili. Il rilievo a essi riconosciuto dalla letteratura scientifica sull'argomento ha spinto l'Autrice a riproporli in questa nuova veste, accanto a considerazioni di tempi più recenti.

  DAL TESTO – "A un clima spartano riporta inoltre la ribadita ingerenza della città sulle scelte dei singoli, "appartenenti più allo stato che ai propri genitori" (Lg. 804D). Essa sembra richiamare il noto processo, le cui origini vengono dalle fonti antiche attribuite a Licurgo, di progressivo annullamento della sfera del privato e dei legami di sangue da parte statale, esemplificato nel mirage in stereotipi talora rigidi (come negli aneddoti sulle madri spartane che giungono a immolare i propri figli, rei di non essere morti in battaglia). In tale contesto operano le esercitazioni platoniche per parthenoi e gynaikes. Alle prime si prescrivono corse, talvolta a cavallo, con arco o giavellotto, danze armate, esercizi di scherma con armi da peltasti e combattimenti con piccoli scudi, giavellotti, pietre scagliate a mano o con fionda; per le seconde si prevedono equitazione ed oplitismo, evidentemente utopico, con evoluzioni tattiche, ordinamenti delle schiere, presa e deposizione di armi. Per le parthenoi, com'è evidente, il modello non pare oplitico. Esse vengono sottoposte ad addestramenti numerosi e tipologicamente differenziati che ripetutamente contemplano l'impiego del giavellotto, arma 'leggera' da lancio, la cui tipologia viene richiamata altrove (Lg. 813E) in chiave polemica: Platone rimprovera alle Lacedemoni il mancato impiego delle armi da getto in quella circostanza di "rovina" militare per noi individuabile nell'invasione tebana."

  L'AUTRICE – Maria Luisa Napolitano, dottore di ricerca in Storia antica e in Storia della società europea, borsista post-dottorato, è professore a contratto di Storia greca presso l'Università di Napoli Federico II. Ha firmato articoli e volumi incentrati su tematiche di storia greca arcaica e di storiografia. Per Luciano Editore ha recentemente pubblicato "Hubertus Goltzius e la Magna Graecia. Dalle Fiandre all'Italia del Cinquecento".

  INDICE DELL'OPERA – Premessa - "Donne non si nasce, lo si diventa": Sparta e l'eugenetica femminile - Fuori dal silenzio: il θόρυβος delle Spartane e la guerra - La ginecocrazia secondo Aristotele - Libere di ben partorire: φύσις femminile e controllo sociale a Sparta - Bibliografia