Francesi sull'Altopiano dei Sette Comuni |
Andrea Vollman - Francesco Brazzale
IL LIBRO – "Quando il ciclista mi ha detto: "Poulot, partiamo per l'Italia", ero contento anche se non era la contentezza che avevo prima di sapere che saremmo andati. Dopo tante dicerie, ora ci andiamo veramente. Ci vorranno almeno tre settimane per raggruppare i soldati, ma questo tempo senza sentir fischiare gli obici non può dispiacere a un onest'uomo. DAL TESTO – "Al ritmo di 10 treni ogni 24 ore, le unità del XII Corpo d'Armata sono dirette sia verso Briançon dove scendono, passano il Monginevro e risalgono a Susa, nel caso dei reparti ippo od auto trasportati, sia verso Nizza per salire il Col di Tenda in camion e .riprendere il treno a San Dalmazzo di Tenda, nel caso della fanteria. Da Ventimiglia, le unità di fanteria sono avviate verso le rive del lago di Garda, nella zona di Peschiera, per esser distribuite nelle località intorno a Verona come Bussolengo, Castelnuovo, Sommacampagna e Desenzano. In un messaggio del 27 novembre, il generale Fayolle prevede la fine degli sbarchi del XII Corpo per il 2 dicembre. La lontananza del fronte italiano crea gravi problemi per l'applicazione del sistema delle licenze. Le nuove modalità sono recenti, risalendo al 16 settembre 1917 e prevedono per ogni soldato una licenza di 10 giorni nell'arco di quattro mesi. Sono previsti tre turni per anno: febbraio-maggio, giugno-settembre, ottobre-gennaio. In Italia, il generale Fayolle, in una nota del 30 novembre 1917, tenta di armonizzare l'organizzazione delle licenze con la nuova situazione. Riconosce i tempi lunghi per il trasporto fra i due paesi e ritiene che non tutti gli uomini potranno approfittare della loro licenza nei tempi previsti, od anche che l'assenza contemporanea di molti soldati rischia di indebolire la forza degli effettivi. Al fine di rimediare a questi inconvenienti, propone di sostituire a quello adottato in Francia un sistema che comprenda una licenza di quindici giorni ogni sei mesi. Fra i soldati cresce il malumore dato che dall'11 novembre 1917 sono state sospese le licenze. Abituati a questo genere di eventi, gli uomini si sono rassegnati, ma dopo l'arrivo in Italia attendono la ripresa dei permessi con legittima impazienza. Così un vero sospiro di sollievo accoglie la ripresa della concessione delle licenze. È unanime il lamentarsi, da parte dei soldati, della carenza di comfort nei treni, non riscaldati, al punto che talora degli uomini hanno avuto i piedi gelati. L'esasperazione è conseguenza della lentezza dei mezzi, delle soste prolungate nelle stazioni, durante le quali si muore di freddo e le autorità sono spesso chiamate in causa per la loro imperizia ed incuria. Conseguentemente i soldati tornano dalle licenze spesso stremati, intirizziti, depressi fisicamente e moralmente. Gli stessi ufficiali possono constatare, con una punta di amarezza, la cura dedicata dall'esercito britannico al trasporto delle truppe in licenza e le carenze dell'organizzazione francese." GLI AUTORI – Francesco Brazzale (Calvene, 1953), è cresciuto tra la piazza del paese e il versante sud dell'Altopiano. Ha curato vari lavori sui paesi d'origine e di residenza tra cui "Dal Pian del Toto a la Val de Fonte - Calvene, la vera storia di un paese del pedemonte dal Neolitico ai nostri giorni" (AgoràFactory, 2007), "Quando la Banda passò... - I cent'anni del Corpo Bandistico di San Giorgio di Perlena, 1909-2009", (AgoràFactory, 2009). Sul tema "Grande Guerra" ha pubblicato "1918: I Britannici a Fara Vicentino e nel pedemonte" (Comune di Fara Vicentino, 2011) e, con Andrea Vollman, "Britannici sull'Altopiano dei Sette Comuni" (Gino Rossato Editore, 2012); con Roberto Sperotto ha da ultimo dato alle stampe "1915-1918. Ferrovie di guerra nel Vicentino" (Edizioni Grafiche Leoni, 2014). Vive a Fara Vicentino e sopravvive alle Poste. E-mail:
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. INDICE DELL'OPERA – Premessa - Antefatto - Dalla Francia all'Italia - Frammenti - I francesi del parroco - Monte Tomba: un caso esemplare di strategia militare - In viaggio con il nonno, di Roberto Bobbio - Ali di Francia, di Luigino Caliaro - Albert Leroy - Luciano Cremonini, un medico prestato alla storia, di Marco Crestani - Zibaldone - Conclusione - Ripasso di storia - Apparati |