Machiavelli e il mestiere delle armi Stampa E-mail

a cura di Alessandro Campi, Erminia Irace, Francesco Federico Mancini, Maurizio Tarantino

Machiavelli e il mestiere delle armi
Guerra, arti e potere nell'Umbria del Rinascimento
Catalogo della mostra di Perugia, 31 ottobre 2014-25 gennaio 2015


Aguaplano, pagg.592, € 30,00

 

campi machiavelli aguaplano  IL LIBRO – Nel 2013-2014 sono caduti i cinquecento anni dalla stesura originaria del "Principe" di Niccolò Machiavelli: l'opera forse più nota della letteratura italiana, sicuramente la più tradotta al mondo (insieme al "Pinocchio" di Collodi).
  Ancora oggi questo testo - controverso e affascinante, del quale sono state offerte nel corso dei secoli interpretazioni le più diverse - è disponibile in tutte le principali lingue. Viene continuamente stampato ed è considerato ovunque un classico imprescindibile.
  Quanto a Machiavelli, tra gli autori italiani di tutte le epoche è sicuramente il più conosciuto a livello internazionale. L'unico il cui cognome abbia dato origine a una famiglia semantica che comprende aggettivi, sostantivi e persino nomi propri: machiavelliano, machiavellico, machiavellismo, antimachiavellismo, machiavello (per indicare una persona scaltra e astuta o un enigma di difficile soluzione), Machiavelli (per indicare un gioco di carte simile al ramino), ecc.
  In occasione di questa ricorrenza, in tutto il mondo sono state programmate iniziative e manifestazioni d'ogni tipo: esposizioni, convegni, seminari, rappresentazioni teatrali, letture pubbliche. Per non dire delle numerose pubblicazioni di e su Machiavelli che sono apparse in tutte le lingue negli ultimi due anni.
  La Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, in virtù dei rapporti che Machiavelli ha intrattenuto con l'Umbria e delle numerose tracce, anche postume, che legano il suo nome alla storia e alla cultura della nostra regione, ha deciso a sua volta di inserirsi in questo articolato programma. E lo ha fatto promuovendo una mostra che ha il merito - come si potrà vedere sfogliando il presente volume – di aver scelto, per parlare di Machiavelli, una prospettiva originale.
  Per tutta la sua vita il Segretario fiorentino è stato un cultore degli studi strategici e un teorico dell'arte militare. Questo suo interesse lo ha portato a occuparsi, sebbene criticamente, del fenomeno dei capitani di ventura, che proprio in Umbria ha avuto il suo terreno d'elezione. Figure come quelle di Braccio da Montone, Niccolò Piccinino,Vitellozzo Vitelli, Bartolomeo d'Alviano, Giampaolo Baglioni e il Gattamelata - tutti condottieri originari di questa parte d'Italia - ricorrono spesso nelle sue opere: da quelle più celebri ("Il Principe", i "Discorsi", le "Istorie fiorentine") agli scritti diplomatici e di governo.
  Questa mostra va però al di là del suo significato immediato o più evidente. Non è solo un contributo nell'ambito delle celebrazioni machiavelliane. E nemmeno la semplice rievocazione, con finalità didascaliche, di una antica pagina della storia umbra. Deve anche essere vista, in coerenza con le linee di politica culturale della Fondazione, come un'occasione per recuperare alla memoria pubblica pagine forse dimenticate o trascurate del nostro passato, nella convinzione che l'identità civile di una comunità deve tenere vive tutte le sue radici: quelle più recenti e fresche, come quelle più profonde e antiche, e proprio forse per questo più vitali.

  DAL TESTO – "Fra i suoi scritti di argomento militare e quelli di natura politica vi è [...] un intreccio strettissimo e ineluttabile, del quale Machiavelli era ben consapevole. Ammettere la sua inettitudine in tema di guerra sarebbe come considerare irrilevanti o del tutto sbagliate le sue riflessioni sull'arte del governo. La novità del suo pensiero (e la sua rilevanza ancora oggi), a dispetto della cattiveria del Bandello, sta infatti in ciò: aver riconosciuto tra i primi, mentre ancora non si era consolidato lo Stato sovrano nella sua configurazione moderna, che la grammatica della guerra dipende dalla logica della politica. Che la guerra in sé è solo violenza e distruzione se non persegue un disegno o una finalità che solo la politica può darle: c'è la violenza del predone, quale spesso era il soldato di ventura, e c'è la violenza del soldato, che è inquadrato all'interno di una cornice istituzionale e non opera obbedendo soltanto all'istinto e al tornaconto economico. Sul lato tecnico-pratico può ben darsi che le sue analisi siano state parziali o addirittura errate (come parecchi storici della guerra hanno ampiamente dimostrato), ma quest'intuizione concettuale - circa il nesso necessario e inscindibile tra volontà politica e forza militare, circa la necessaria sottomissione del militare all'uomo di governo – è stata uno dei suoi più originali contributi alla scienza politica, intorno alla quale ha costruito tutti i suoi scritti d'argomento polemologico."

  INDICE DELL'OPERA – Presentazioni, di Carlo Colaiacovo, Giuseppe Depretis, Fabio De Chirico – I. L'Umbria e Machiavelli - Machiavelli in Umbria, Machiavelli e l'Umbria: un itinerario, di Alessandro Campi - Politica e istituzioni in Umbria al tempo di Machiavelli, di Erminia Irace - «Né si troverrà mai alcuno buono scultore che creda fare una bella statua d'un pezzo di marmo male abbozzato»: Machiavelli, l'arte e i suoi rapporti con l'Umbria, di Francesco Federico Mancini - Economia, società e spazio urbano in Umbria al tempo di Machiavelli, di Alberto Grohmann - La congiura di Magione, di Floriana Calitti - Perugia, febbraio 1503. Una statua equestre per Cesare Borgia liberatore dalla tirannia e una congettura leonardesca, di Francesco Piagnani - Giampaolo Baglioni, Giulio II e i Ghiribizzi al Soderini, di Maurizio Tarantino - Il fiore in pietra di Todi fra Roma e Loreto. Bramante e la "fabbrica del potere" di Giulio II nell'Umbria, di Fabio Marcelli - I discendenti di Niccolò e Perugia: Bernardo Machiavelli e Giuliano de' Ricci, di Sonia Merli - Raccontare il ms. Perugia, Biblioteca comunale Augusta, G 14, di Francesca Grauso - Giovanni Pontano e Machiavelli, di Claudio Finzi - Silvestro Tegli, di Floriana Calitti - Due antimachiavellisti umbri: Tommaso Bozio e Antonio Ciccarelli, di Claudio Finzi – II. Il mestiere delle armi e le vie della pace. Condottieri ed esempi di spiritualità tra XV e XVI secolo - Machiavelli e l'arte della guerra: dai capitani di ventura alle "anni proprie", di Alessandro Campi - L'arte della guerra tra Quattrocento e Cinquecento: l'epopea dei capitani di ventura, di Claudio Finzi - Uomini d'orme e messaggeri di pace. Volti dipinti fra realtà e fantasia, di Francesco Federico Mancini - Boldrino da Panicale - Biordo Michelotti - Andrea Fortebracci, detto Braccio da Montone - Miccia degli Oddi - Erasmo da Narni, detto il Gattamelata - Niccolò, Francesco e Iacopo Piccinino - Oddo, Niccolò e Carlo Fortebracci - Niccolò Vitelli - Bernardino Fortebracci - Bartolomeo d'Alviano - Vitellozzo Vitelli - Paolo Vitelli - Giampaolo Baglioni - Malatesta Baglioni - Bernardino da Siena - Girolamo Savonarola - Colomba da Rieti – III. Catalogo - 1. Arti in Umbria al tempo di Machiavelli - 2. Il volto sconosciuto di Niccolò - 3. Libri manoscritti e a stampa (La 'fortuna" di Machiavelli in Umbria e nelle sue biblioteche, di Maurizio Tarantino - Libri e identità nelle città dell'Umbria, di Erminia Irace - Libri manoscritti - Libri a stampa: Machiavelliana - Libri a stampa: dell'Umbria al tempo di Machiavelli) - 4. Documenti dell'Archivio di Stato di Perugia - 5. In mostra) – IV. Tra storia e romanzo - I Baglioni: da Astorre I ad Astorre II, di Alessandra Oddi Baglioni - Prìncipi e princìpi, di Marco Rufini