La questione liturgica Stampa E-mail

Maria Guarini

La questione liturgica
Il Rito Romano usus antiquior e il Novus Ordo Missae
a 50 anni dal Concilio Vaticano II


Edizioni Solfanelli, pagg.136, € 11,00

 

guarini questioneliturgica  IL LIBRO – Lo scenario della Chiesa di oggi, riformata secondo le applicazioni del Concilio Vaticano II, presenta un mosaico di "criticità" che non sfuggono ai fedeli e agli studiosi più coinvolti. Esse non hanno risparmiato - anzi vi trovano il loro focus - la Liturgia, culmine e fonte della vita di fede nella sua espressione sacramentale (Sacrosanctum Concilium, 10), funzione primaria della Chiesa santificante oltre che docente e guida per i fedeli. In vista dell'annuncio e della testimonianza di Cristo al mondo.
  Nel presente saggio viene analizzato sul piano filosofico e teologico lo status quaestionis, in ambito liturgico, della crisi che viene da lontano ma caratterizza l'ultimo cinquantennio. Vengono quindi sviluppati in termini essenziali alcuni dei punti rilevanti di un dibattito ancora aperto, da diffondere ed allargare, al fine di alimentare una "pastorale" secondo la Tradizione che è vita e giovinezza della Chiesa.

DAL TESTO – "Nell'Antica liturgia è presente non solo il fascino, ma anche il potere trasfigurante della tradizione, dell'antico, dell'arcano se si vuole, senza aggrottare le sopracciglia considerando che decine di migliaia di cattolici battezzati disertano le messe "dove finalmente il popolo può capire quanto dice". Senza dimenticare chi ha sostituito la liturgia cattolica con meditazioni trascendentali di vario genere e la recita di mantra in sanscrito: comprensibili, questi?
  "Ma nel Rito Romano antiquior non c'è soltanto fascino e sacralità: il fascino deriva dalla sostanza mirabile. Il "vecchio"messale, per l'uso di un'altra lingua, per la rigorosa precisione delle rubriche, obbliga innanzitutto il celebrante (ma anche i fedeli) a dare peso e attenzione a ogni parola, a essere pienamente consapevole in ogni istante di ciò che sta facendo. Ogni parola, ogni gesto è preciso, non casuale, vissuto fino in fondo.
  "Chi entrava una volta nelle cattedrali vedeva un monticello con gradini, sui quali spiccava l'altare con il Crocifisso visione plastica del calvario: il sacerdote saliva il calvario e offriva il sacrificio; la gente vedeva il calvario, percepiva la presenza del Signore alle parole dell'ultima cena silenziose, non proclamate ad alta voce: cosa che a chi è più sensibile appare come banalizzazione e profanazione perché il mistero che si compie è troppo grande... sono le Parole della Consacrazione che il Signore ci ha consegnato e che il Sacerdote pronuncia in persona Christi. E quelle Parole realizzano ciò che significano perché sono pronunciate dal Verbo Incarnato, Colui "per mezzo del quale tutte le cose sono state create", Colui nel quale sono consustanzialmente presenti il Padre e lo Spirito Santo. Quel momento a cui ci si prepara con graduale "crescendo" di gesti e di preghiere fin dall'inizio, già ai piedi dell'Altare nell'introito e, poi, successivamente. Ma allora la gente sapeva e entrava nel mistero."

  L'AUTRICE – Maria Guarini, laureata in teologia ed esperta in Comunicazione e nuove tecnologie, ha diretto per anni la Biblioteca e le Relazioni al Pubblico del Ministero delle Comunicazioni. Continua a svolgere un'attività di Operatore dell'Informazione a livello internazionale. È da tempo impegnata a testimoniare la presenza della Chiesa sulla Rete Internet, nuova frontiera di libertà e crogiolo per la formazione di correnti di pensiero svincolate dalle culture dominanti e tendenti al vero, in quanto radicate nella Tradizione perenne, ritrovando e rivendicando il primato della verità sull'azione, della conoscenza sulla prassi ateoretica. Autrice del libro "La Chiesa e la sua continuità. Ermeneutica e istanza dogmatica dopo il Vaticano II" (DEUI, Rieti, 2012).

  INDICE DELL'OPERA – Presentazione, di Brunero Gherardini - La questione liturgica - Introduzione – I. Rito Romano usus antiquior e Novus Ordo (Cosa dice il Concilio Vaticano II e il Magistero successivo) – II. Funzioni e ragion d'essere della liturgia – III. Trasformazione dell'offertorio in berakah ebraica – IV. Comunione o Sacrificio? – V. Influssi che hanno distorto l'intento originale del Concilio – VI. Enfasi su una nuova concezione del Mistero Pasquale – VII. Scostamento della Sacrosantum Concilium dalla Mediator Dei – VIII. Come armonizzare le innovazioni della riforma al preesistente? – IX. Il latino, lingua sacra da preservare – X. Simbologia che parla al popolo e che va fatta conoscere al popolo – XI. C'è un confine tra esperimenti liturgici e abusi liturgici? – XII. Riforma della riforma o nuovo movimento liturgico dal basso? – XIII. Accenno a prevedibili rischi di un rinnovamento dal basso – XIV. La musica sacra - Conclusione confutazione di alcuni luoghi comuni – Addendum. Il Post-Concilio e l'"actuosa participatio" - L'Autore