Pietro Chesi, il ciclista in camicia nera Stampa E-mail

Mauro Parrini

Pietro Chesi, il ciclista in camicia nera
L'uomo che batté Binda e morì fucilato


Mursia, pagg.174, € 14,00

 

parrini chesi  IL LIBRO – L'epopea del ciclismo degli anni eroici e l'Italia popolare del Ventennio rivivono attraverso il ritratto di due temperamenti e di due destini opposti: quello di Alfredo Binda, il campione invincibile di Cittiglio, grande protagonista del ciclismo tra le due guerre, e Pietro Chesi, detto Pelo, oscuro indipendente, o diseredato, come lo definivano le cronache sportive dell'epoca, che, fuori dalle corse, abbracciò l'ideologia fascista indossando la camicia nera. Mauro Parrini ricostruisce le vicende di Binda e Chesi (coetanei, classe 1902) alternandole in un'avvincente narrazione, una corsa di coppia contro il tempo, come una volta si correva il Trofeo Baracchi. Tra i due la differenza di valore era abissale, ma a Pelo riuscì l'impresa di trionfare alla Milano-Sanremo del 1927 davanti al fuoriclasse varesino, vincendo la sua prima e unica competizione importante. Terminata l'attività agonistica, dopo l'armistizio divenne un milite della RSI. Accusato di delazione e collaborazionismo, fu catturato dai partigiani e fucilato a Firenze nel 1944. La fine di un'esistenza sempre vissuta al limite del traguardo.

  DAL TESTO – "Pietro Pelo Chesi viene condotto in una delle stradine vicino a Palazzo Vecchio, dove il sole non batte quasi mai. Nei giorni di Ferragosto c'è più fresco, e non ci si sta male. Lo mettono al muro e lo fucilano. Una chiazza di sangue si allarga sotto il suo corpo caduto.
  "Il sangue di un vincitore della Milano-Sanremo non è diverso da quello degli altri ammazzati. Anche il suo è il sangue di un vinto.
  "Ma questa, che pure oggi ci appare con l'evidenza necessaria di una sequenza conclusiva, davvero fatale, è solo una delle possibili versioni, la più riferita, dell'episodio che chiude l'esistenza tragica di Pietro Chesi. Come già accade talvolta nel mito e nella tragedia antica, una seconda versione, ancora più terribile, si affianca alla prima, e si tramanda sotterranea nelle regioni che sfiorano l'indicibile. Secondo questa seconda ricostruzione Pelo in realtà non sarebbe morto fucilato da una pattuglia di partigiani, ma massacrato a bastonate per strada, certamente per mano di antifascisti, che per le sue colpe di delatore prezzolato non gli avrebbero nemmeno concesso l'onore di una esecuzione.
  "Se davvero è stato così, le parole di una semplice cronaca non possono riprodurre compiutamente l'orrore di un tale macello. L'abbattimento bestiale di un essere umano, qualunque sia stata la sua colpa, può essere descritto, forse, soltanto dalla parola pietosa e insieme spietata della grande letteratura, la sola che possa portarsi all'altezza tragica di un tale indicibile senza arretrare."

  L'AUTORE – Mauro Parrini, nato a Carmignano (Prato) nel 1961, vive tra il Piemonte e la Lombardia, ma le sue radici sono toscane, in una terra ricca di storie e di ciclismo come poche altre al mondo. Prima di questo libro ha pubblicato la raccolta di aforismi "A mani alzate" e "Cento e lode", un dizionario-pamphlet in cento voci sulla scuola italiana.

  INDICE DELL'OPERA – Prologo – I – II – III – IV – V – VI – VII – VIII – IX – X – XI – XII – XIII – XIV – XV – XVI – XVII – XVIII – XIX – XX - Epilogo