Giano nel culto e nella vita di Roma antica Stampa E-mail

Bessie Rebecca Burchett

Giano nel culto e nella vita di Roma antica

Victrix Edizioni, pagg.120, € 12,00

 

burchett giano  IL LIBRO – Quella che presentiamo è un'opera dedicata integralmente a Giano e al suo culto nel mondo romano, il più arcaico e "misterioso" fra i culti romani. Proprio per la sua originaria natura, quello di Giano è un culto assai complesso, sia dal punto di vista dell'indagine sia dal punto di vista dell'interpretazione, anche alla luce di apparenti contraddizioni e diversità che sembrano enuclearsi a partire dalle fonti più arcaiche.
  L'Autrice ha il grande merito di servirsi di un vasto e approfondito apparato bibliografico e, soprattutto, raccoglie quanto risulta possibile fra gli scritti degli autori antichi su Giano.
  L'esposizione dei materiali raccolti appare strutturata in modo ordinato e semplice, per mettere in luce nella maniera più completa ed esaustiva affini e contrastanti affermazioni in merito a questa divinità. Per queste apprezzabili ragioni questo breve trattato può fornire una prima base e, soprattutto, linee precise per acquisire un'elementare conoscenza della complessa materia teologica relativa al dio Giano, anche se la necessità di una sintetica trattazione non può esaurirla compiutamente.
  Nella pregevole raccolta delle fonti sono fondamentali le citazioni riportate da Macrobio, Catone, Varrone, Plauto, Plutarco, Ovidio, Virgilio, Augusto, così come da Dionigi di Alicarnasso, Minucio Felice, da Paolo-Festo, Servio, Ausonio, Sant'Agostino, Ateneo, Arnobio, Isidoro, Lido, Procopio e dalla Suda, così da consentire al lettore di disporne direttamente, fonti da cui in alcun caso si può prescindere, anche se il contesto storico specifico assegna ad ognuna di esse un valore diverso, rendendo anche evidente come, nello sviluppo cronologico, venga perso il senso originario e quindi la relativa comprensione di questa arcaica ed originaria divinità.
  Naturalmente diverso è lo spirito con cui Macrobio, Catone o Varrone riportano le proprie fondamentali considerazioni su Giano, già rispetto a Ovidio, ancor più, ovviamente, a seguire nell'addivenirsi delle testimonianze storiche, Agostino d'Ippona che non poteva che esaminare i culti degli antichi a partire da una concezione della religiosità profondamente lontana dalle origini romane.
  La visione religiosa degli antichi è una visione noumenica che sorge da una religiosità arcaica specifica, e via via, per molti tratti, la possibilità di comprendere queste forme di religione si perde nel tempo, fino a diventare pressoché incomprensibile, specie per l'uomo moderno o postmoderno, di fatto ateo e profano, che al massimo si può fare del Divino un'idea sentimentale, talvolta puerile, lontana, molto lontana dalla realtà.

  DAL TESTO – "Lo sviluppo della figura di Giano può essere brevemente riassunto come segue: Giano ebbe origine come semplice nume della soglia d'ingresso. Col tempo acquisì le connotazioni di dio della guerra, della generazione e del commercio. Egli non fu dio degli inizi, né ebbe parte nelle cerimonie delle calende o del capodanno. Non ebbe né feste né uno specifico corpo sacerdotale. Prima dello sbocciare della letteratura romana, altre divinità avevano già usurpato molti dei suoi poteri. Egli subì un oscuramento dovuto sia all'appariscenza di altre divinità greche o straniere, sia, soprattutto, al culto di Giove. D'altro canto la semplicità stessa del suo culto gli impedì di essere incorporato nelle più elaborate cerimonie di stato. A dispetto di tutto ciò, egli mantenne tuttavia un posto nella religione fino al tramonto del paganesimo, poiché, nel periodo in cui i rituali andavano formandosi, si era guadagnato la posizione principale in tutte le formule e preghiere, una posizione da cui non poteva essere rimosso.
  "Egli conservò un suo rituale specifico. Nessuna guerra poteva essere intrapresa correttamente se prima non si fossero aperte le porte del suo arco. In epoca imperiale godette di rinnovata fama. Questa ripresa fu però poco più che letteraria ed ebbe come unico risultato, dal punto di vista del culto, che ad alcuni dei giochi che si tenevano al circo fu dato il suo nome. La cosa ebbe comunque scarsa risonanza, se pensiamo che, al di fuori del calendario degli eventi, non è possibile trovarvi alcun riferimento.
  "Infine, forse a causa della sua posizione unica all'interno dei rituali, o per via dello svettare maestoso dell'arco nel foro, o forse per via del mistero attorno alla sua origine e al suo vero carattere, egli esercitò grande fascino sull'immaginazione dei poeti e degli scrittori sia del periodo classico che di quelli successivi. Attraverso le loro opere egli assunse via via le qualità di dio degli inizi, del cielo, e persino di creatore del mondo. Queste nozioni hanno largamente influenzato le opinioni dei moderni studiosi, ma non appartengono in realtà alla vera natura del dio, alla natura di Giano."

  INDICE DELL'OPERA – Capitolo I. Teorie sulle Origini della Religione. Origini del culto di Giano (Deificazione dei morti; Deificazione dei re - Numina - Giano nume della porta - Sviluppo in un dio della generazione e della guerra) - Capitolo II. Formule e Preghiere (L'inno saliare - Il rituale agreste di Catone - L'immolazione - Il voto agli dèi per una città nemica; L'inno degli Arvali – Conclusioni) - Capitolo III. Giano Dio degli Inizi (L'importanza di iniziare bene - Esempi di inizi in cui Giano non viene invocato - Il primo mese dell'anno, originariamente non sacro a Giano - Il primo giorno dell'anno - Le calende - L'alba - Interpretazione di alcuni passaggi sui quali è stata basata la teoria che Giano era il dio degli inizi - Le teorie dei romani per spiegare la posizione di Giano in cima all'elenco degli dèi - Perché Gennaio diviene il primo mese dell'anno – Riepilogo) - Capitolo IV. Statue di Giano (Nessuna statua di divinità tra i romani fino a tarda epoca - La statua portata a Roma dall'Egitto da parte di Augusto - La statua proveniente da Falerio e la statua di Numa - Giano non era un dio antropomorfico, ma un arco) - Capitolo V. Giano in Relazione all'Antico Conio. Giano nel culto e nella vita di Roma antica (Teoria per la quale la testa di Giano sugli as si dovesse alla concezione di Giano come dio-porta, per via dell'analogia tra un ingresso e un porto - Più verosimilmente, il risultato dell'identificazione con il dio greco Hermes - Portunus, Tiberinus, Volturnus) - Capitolo VI. Il Giano Gemino, altri Archi di Giano, i Templi (Janus-Geminus, il vero 'volto' di Giano – Origine - Periodi di chiusura delle sue porte - Ubicazione e aspetto - Cerimonie ad esso collegate - Lo augurium salutis - Ianus, Summus, Imus, e Medium - Altri Iani - Il tempio di C. Duilio) - Capitolo VII. Il Rex Sacrorum (Parallelismo fra l'antico culto in ambito familiare e quello dello stato, relative discrepanze - Re come incarnazioni divine, prove della loro esistenza in Roma - Prove che fosse Giove il dio incarnato nel re-sacerdote romano - Il rex sacrorum come sacerdote di Giove - Le tradizioni riportate in merito alla formazione della classe sacerdotale addotte a sostegno di questa teoria - Gli agonalia - Altri dèi, oltre a Giano, privi di sacerdoti - Doveri e privilegi del rex sacrorum) - Capitolo VIII. Relazioni di Giano con Altre Divinità (1. Giove - 2. Saturno - 3. Giunone - 4. Diana - 5. Mater Matuta - 6. Opi Consiva - 7. Carna) - Capitolo IX. Varie (1. Incisioni - 2. Spolia Opima - 3. I giochi circensi del 7 gennaio) – Conclusione. Riepilogo dello sviluppo delle caratteristiche e del culto di Giano