Al paese di Utopia Stampa E-mail

Tommaso Fiore

Al paese di Utopia

a cura di Marco Caratozzolo

Stilo Editrice, pagg.250, € 18,00

 

fiore utopia  IL LIBRO – Nell'estate del 1957, in occasione del VI Festival della gioventù di Mosca e all'alba del disgelo chruščëviano, un'ampia delegazione di illustri intellettuali italiani e appassionati del mondo sovietico si recò nella capitale russa. Di tale delegazione faceva parte anche Tommaso Fiore che, dopo tale esperienza, non solo intensificò il proprio vivo interesse per la letteratura russa e sovietica, ma si impegnò anche nella redazione del resoconto di viaggio "Al paese di Utopia" (1958). Si tratta di un'originale testimonianza sul mondo sovietico, ricca di interessanti osservazioni non solo sulla politica, ma anche sul paesaggio e sulla vita quotidiana di un Paese che, superando la Guerra Fredda, cominciava il suo percorso verso un'epoca di maggiore distensione. Nel libro troviamo le osservazioni di un grande meridionalista per il quale la Russia era stata sin dagli studi universitari un punto di riferimento importante, alcuni momenti della cui storia trovavano un particolare riflesso in quella del territorio pugliese.

  DAL TESTO – "Mosca si può chiamare la città delle gru, si fabbrica, si fabbrica, si fabbrica dovunque, specie nella periferia. Vero o leggenda, qualche anno fa al posto dello Stadio dormivano acquitrini, tutta una palude. Qui dal Leningrado posso affacciarmi sulla strada, ma a volte, seduto a scrivucchiare al mio tavolo, mi corre il cuore al Zarjà, dove tutto odorava di fresco, dai muri ai tavoli e ai letti, e mi godevo quello spicchio di campagna retrostante, confuso e soffocato. Mi accompagnava lo scoppio di un motorino segnando i minuti e le ore, eguale, senza tregua; ogni tanto sentivo il bisogno di lasciar la sedia per osservare fra quei poveri terreni argillosi, smossi, destinati ormai a sparire, e una piccola gru ecco avanzava lentamente, lentamente tornava indietro. Ma dove saranno gli operai? Ingoiati dalla terra come talpe? Ovvero già sostituiti dalle macchine? Più giù nessun rilievo, appena appena qualche bassa, vecchia casa di legno, depositi, forse. E subito dai due lati stendono le loro braccia di ferro due gru gigantesche, immobili ma pronte a ghermire quelle forme ormai viete del vecchio mondo.
  "Al centro invece lo spettacolo è ben diverso, la necessità di possedere al fine, con materiale più resistente, una città moderna, al riparo degl'incendi periodici del passato, ha avuto modo di trionfare in lungo e in largo, senza ostacoli. Ma questo gigantesco grattacielo che ci ospita è un albergo ovvero una chiesa battista? E perché tanta difformità all'interno? L'immensa hall resta troppo alta, ai due lati vien sorretta né più né meno che da due colonne per parte, classicissime, che, per vederne la fine, bisogna torcersi il collo. Così la sala da pranzo, anch'essa è sorretta da numerose colonne come le prime, tali e quali in tutto, e sotto la volta oscureggia una grande pittura simbolica, teatrale. Il geniale architetto però ha superato se stesso nel fondo della hall, dove, ben in vista in cima a una scalinata, si apre una misteriosa iconostasi d'oro, che invece non mena che agli ascensori."

  L'AUTORE – Tommaso Fiore (1884-1973) è stato uno dei più illustri intellettuali pugliesi e protagonista del pensiero meridionalista del XX secolo. In politica si impegnò in modo particolare nella difesa dei diritti dei contadini; dopo la Prima Guerra Mondiale partecipò alla vita politica nel Partito d'Azione e, insieme a Salvemini, si impegnò contro le eredità del periodo fascista. Fu sindaco di Altamura (1920-1922) e provveditore agli Studi di Bari (1944-1948), oltre che docente di Latino e Greco presso il liceo classico di Molfetta. Allievo di Giovanni Pascoli, e poi di Benedetto Croce, ebbe un'intensa attività intellettuale, che spaziò da Virgilio a Erasmo da Rotterdam, da Tommaso Moro a Spinoza, con particolare attenzione, soprattutto nella seconda parte della sua vita, anche alla cultura russa. Fu autore di libri particolarmente importanti e suggestivi sulla Puglia contadina e operaia, come "Un popolo di formiche" (1952), che vinse il Premio Viareggio, "Il cafone all'Inferno" (1955) e "Formiconi di Puglia" (1963).

  IL CURATORE - Marco Caratozzolo, ricercatore confermato di Slavistica, insegna dal 2006 Lingua e letteratura russa presso il dipartimento di 'Lettere lingue e arti. Italianistica e culture comparate' dell'Università degli Studi di Bari 'Aldo Moro'. Ha curato la raccolta di studi "Dostoevskij e la tradizione" (Stilo, 2010) ed è autore di vari saggi sull'emigrazione russa in Francia (Don Aminado, Gazdanov, Makine) e sulla tarda avanguardia russa (Zabolockij, Charms).

  INDICE DELL'OPERA – Tommaso, come i grandi utopisti. Un'introduzione alle opere e ai giorni di Tommaso Fiore, di Daniele Maria Pegorari - Tommaso Fiore e il mondo russo, di Marco Caratozzolo - Al Paese di Utopia - Appendice fotografica