I precursori di Dante |
Alessandro D'Ancona
IL LIBRO – Rintracciare "l'origine" è da sempre una delle doti di noi esseri umani: scoprire le fonti che ispirarono Dante e la Divina Commedia è quasi un obbligo e certo uno dei compiti più impegnativi che un ricercatore e un attento lettore dovrebbe fare. Come ogni autore, anche Dante è stato influenzato da leggende, "Visioni", racconti popolari. "I precursori di Dante" è un libro prezioso sotto molti punti di vista: innanzitutto è una fonte straordinaria di informazioni, riferimenti bibliografici, citazioni; inoltre è uno dei pochissimi testi che tratta in modo così accurato, esaustivo e preciso delle fonti della Divina Commedia. Ci ricorda l'Autore: «Intendiamoci bene: sotto tale titolo I precursori di Dante ho cercato di raccogliere e ordinare quelle immagini dei mondi invisibili che vivevano nelle coscienze e nelle fantasie degli uomini dell'età di mezzo, e delle quali Dante, vivendo fra quelli, non poté non aver qualche sentore, non già di additare reminiscenze e plagi, che il più delle volte poi, trovano la loro ragione nell'osservanza, anche confusa ed errata, della legge del contrappasso, che il poeta prese a sua norma nel distribuire pene, purgazioni e rimeriti. [...]. Vero è che il tema della Commedia ai tempi in che fu scritta era, come si dice, nell'aria che si respirava: che alle azioni umane si era già più o meno rettamente applicato tormento o ricompensa nella vita futura, che la forma di visione o di pellegrinaggio nei regni inaccessibili era generale e gradita. Questo soltanto volli indicare e provare, né credo di essere andato oltre [...]. Abbiamo voluto scrivere una pagina di storia letteraria che mostrasse le relazioni del poeta con il sentire dell'età sua, e facesse vedere come egli, con ferma mente e con mano d'artista, componesse e ordinasse elementi dispersi e frammentari, intuendo come e quanto potessero conferire al nuovissimo poema». Scorrono nelle pagine del D'Ancona i riferimenti al Purgatorio di San Patrizio, al Viaggio di San Brandano, alle Visioni medievali, alle credenze popolari e a mille altri collegamenti testuali; sono state aggiornate le citazioni e i riferimenti bibliografici là dove è stato necessario per fornire un testo che permetta con grande facilità di muoversi in un campo molto complesso come quello delle fonti dantesche della Divina Commedia. DAL TESTO – "Quando poi, finita la lunga preparazione e ordinata tutta la materia disseminata, Dante dovrà cercare la forma appropriata a descrivere, con così svariate suppellettili, fondo a tutto l'universo, la forma della Visione, già così propria del suo intelletto, che gli si offrirà dinanzi spontaneamente, con l'efficacia degli esempi del passato. Poiché, come abbiamo visto, se ne erano giovati i contemplanti per confermare dogmi religiosi e dottrine morali; i politici, per stabilire nelle coscienze il predominio di opinioni e interessi mondani; i poeti, per mostrare tutti i capricci della loro fantasia e dare sfogo alla naturale arguzia e alla vena satirica, che, in tale maniera, era, di generazione in generazione, diventata forma capacissima di concetti, significati, intenti fra loro diversi. Ma non basta: nel poema di Virgilio egli trovava una descrizione del Tartaro, come nel Sogno di Scipione del grande oratore di Roma quella della dimora assegnata ai giusti: e il suo stesso maestro, Brunetto Latini, con il proprio esempio gli insegnava quanto giovasse, nutrito del cibo della morale filosofia, contemplare dall'alto l'ajuola che ci fa tanto feroci. Aggiungi che, nelle chiese e nei cenobi egli vedeva rappresentati i regni eterni con il colore o con lo scalpello: erano le Visioni tradotte dalla parola all'immagine." L'AUTORE – Alessandro D'Ancona (1835-1914) fu uno scrittore, critico letterario, politico e studioso delle tradizioni popolari. Professore di letteratura italiana all'Università di Pisa per quaranta anni, diresse anche il quotidiano "La Nazione" alla sua nascita. Diede l'avvio all'applicazione del così detto "metodo storico" nelle ricerche letterarie. Fu senatore del Regno d'Italia, Sindaco di Pisa e tra i suoi più prestigiosi allievi vi fu il filosofo Giovanni Gentile. INDICE DELL'OPERA – Nota dell'Editore - Nota dell'Autore – Introduzione - Capitolo I - Capitolo II - Capitolo III - Capitolo IV - Capitolo V - Capitolo VI - Capitolo VII |