Altalena. Voci senza filtro Stampa E-mail

Antonio Ferrari

Altalena
Voci senza filtro


Jaca Book, pagg.180, € 15,00

 

ferrari altalena  IL LIBRO – La vera ricchezza sono gli incontri. L'incontro è una potente iniezione di verità, pubblica o privata. Anche "Altalena", come "Sgretolamento", il libro che lo ha preceduto, non è una raccolta di interviste, ma il racconto dei retroscena, quasi tutti inediti, di ogni incontro. Ne descrive le sorprese, gli intoppi, i segreti, la commozione, la paura. L'egiziano Mubarak racconta perché Hamas, all'inizio, fu aiutato da Israele. L'istrione libico Gheddafi e le sue follie. L'incredibile metamorfosi dell'israeliano Sharon. Il riformismo tradito del siriano Assad. L'arroganza del turco Erdogan. La raggelante sorpresa di Erich Priebke, arrestato mentre era intervistato dall'Autore in Argentina. I troppi misteri del curdo Öcalan. La generosità di re Abdullah di Giordania. La straordinaria bellezza e il coraggio di sua moglie, la regina Rania. Il premio Nobel Mahfouz che inneggia alla clonazione umana. "Altalena" è anche un'amara metafora. La fine del sogno di veder cambiare il mondo, di poter inneggiare alla pace. La prova che, mentre tutto si trasforma, la sostanza è immutabile.

  DAL TESTO – "Ero partito da Gerusalemme, dopo la visita di papa Giovanni Paolo II, per raggiungere la città elvetica e assistere a un altro momento «storico». Nella tarda mattinata avevo seguito Clinton, accompagnato dalla figlia Chelsea, che aveva fatto una passeggiata nel parco adiacente all'hotel Intercontinental, dove si sarebbe svolto il vertice. Il presidente teneva per mano Chelsea. Voleva sembrare ai giornalisti, e soprattutto alle televisioni e ai fotografi, sorridente e rilassato, ma in realtà aveva il volto tirato, come se prevedesse tutte le possibili difficoltà che lo attendevano: quelle ben conosciute, ma soprattutto le incognite che si sarebbero materializzate dopo qualche ora. I consiglieri del presidente tenevano i contatti telefonici con il premier israeliano Ehud Barak.
  "Un summit con Assad era sempre un test di resistenza per la controparte. Il presidente siriano amava partire da lontano, dalle guerre puniche, elaborando poi un'articolata e prolissa lezione di storia, prima di avvicinarsi con estrema lentezza e astuta cautela al tema da discutere. Alle 19, però, il vocìo, dietro la porta del vertice, era intenso e impreziosito da una febbrile agitazione. I consiglieri siriani, nell'anticamera, erano sorridenti e non riuscivano a nascondere la loro eccitata soddisfazione. Era davvero fatta? La pace tra Siria e Israele era a portata di mano? Ci cascai anch'io, come tutti. Senza perder tempo, chiamai un taxi e corsi al mio albergo per scrivere, con un'enfasi che mentre scrivevo già mi stavo censurando, dello straordinario passo compiuto verso la pace nella regione. Pochi minuti prima delle 20, quando ormai ero pronto a inviare l'articolo con il mio Tandy (il rudimentale computerino senza memoria che si utilizzava allora), mi raggiunse sul cellulare la concitata voce di una collega greca: «Antonio, fermati e raggiungici subito. È cambiato tutto. Anzi, tutto è saltato». Ascoltai attonito, nella hall dell'hotel Intercontinental, la dettagliata cronaca del fallimento all'ultimo minuto. Restavano mille domande, ma la cosa più urgente era tornare al mio albergo per riscrivere l'articolo e inviarlo al «Corriere»."

  L'AUTORE – Antonio Ferrari, giornalista e scrittore, è nato a Modena nel 1946. Ha cominciato come cronista al «Secolo XIX» di Genova e dal 1973 è al «Corriere della Sera»: inviato speciale ed editorialista. Dopo aver seguito gli anni del terrorismo italiano, con le trame nere e rosse, è passato all'estero. Prima in Europa e nei Paesi dell'Est comunista, per approdare nei Balcani, nel Medio Oriente e in Nord Africa. Ha seguito quasi tutte le crisi di queste regioni, le guerre, i tentativi di pacficarle. Ha intervistato, nel corso degli anni, quasi tutti i leader di un'area estesa ed estremamente variegata. È membro del Comitato scientifico del CIPMO (Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente) e di Gariwo (La foresta dei Giusti). È autore di libri: "Sami, una storia libanese" (tradotto anche in arabo); "Islam sì Islam no"; "7 aprile", e con altri autori "Morte di un generale", dedicato alla figura di Carlo Alberto Dalla Chiesa. Presso Jaca Book ha già pubblicato "Sgretolamento" (2013).

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Sergio Romano – Introduzione - Pierre Salinger, l'uomo che svelò i segreti di Saddam - Kiro Gligorov e la spietata altalena balcanica - Abdullah Öcalan e i suoi troppi misteri - Erich Priebke, il conto di una vita arriva a Bariloche - Moammar Gheddafi, ovvero il re dell'«Altalena» - Yasser Arafat, grandezza, caduta e morte di un leader - Naguib Mahfouz e l'elogio della donazione - Re Hussein, il fratello, il figlio e l'esempio dell'imperatore Adriano - Paulo Coelho, sedotto da Internet e dalla libertà digitale - 11 settembre 2001, il terrore, l'incubo e la disperazione di Liz - Bashar Al Assad, presidente e spietato tiranno controvoglia - Ariel Sharon, il bugiardo che ha mantenuto la promessa - Rania, la bellissima regina del popolo - Hosni Mubarak, il rassicurante tiranno della stabilità - Rafic Hariri, amico (forse ingenuo) e sfortunato - Recep Tayyip Erdogan e i giochi pericolosi del nuovo sultano - Yasar Kemal, lo scrittore che mi ha fatto piangere - Benazir Bhutto e Pervez Musharraf, la vittima e il carnefice? - Il Re Abdullah e la vita delle due Simone - Alì Abdullah Saleh, il sultano più solo e segreto - Mahmoud Abbas (Abu Mazen), il tranquillo doppiopetto grigio al potere - Bartolomeo I, l'orgoglio degli ortodossi e la salvezza della Terra - Abdullah Gül, e la guerra tutta interna all'Islam - Le interviste che non ho fatto e mi mancano, e quelle che non ho voluto fare