War Games (Il Nodo di Gordio n.6) Stampa E-mail

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War Games
Giochi di Guerra
Il Nodo di Gordio, anno III, numero 6, settembre 2014


pagg.240, € 14,00

 

nododigordio 6-2014  Questo numero del "Nodo di Gordio" presenta "uno Speciale interamente dedicato all'evoluzione delle Forze Armate italiane, al futuro dei rapporti e delle dinamiche all'interno dell'Alleanza atlantica ed alle proiezioni strategiche in campo militare e geopolitico del nostro Paese nel mutevole e complesso contesto internazionale". In questo, la Redazione si è avvalsa della competenza – come spiega il direttore Daniele Lazzeri nell'Editoriale – "di numerosi e qualificati esperti del settore e del necessario contributo di autorevoli esponenti delle istituzioni parlamentari preposte e di altrettanto stimati osservatori internazionali".
  Andrea Marcigliano, nell'articolo intitolato "La nostra nuova Guerra Mondiale", constata come le potenze medie o di area, fra cui l'Italia, non possano più "fondare i loro interessi e la stessa sopravvivenza dei loro sistemi politici e sociale su un qualche Fratello Maggiore. Perché non vi sono più Fratelli Maggiori e, soprattutto, non è più automatico che i loro interessi coincidano con i nostri". Perciò, la "nuova Guerra Mondiale [...] non la si può affrontare senza le Forze Armate. E non per qualche rigurgito imperialistico e guerrafondaio, ma semplicemente perché da sempre le guerre le fanno gli eserciti. E non vi è diplomazia o strategia politica che possa incidere sulla realtà se non ha alle spalle una, consistente, forza militare".
  Accanto agli interventi del Sen. Sergio Divina (Vicepres. Commissione Difesa del Senato), dell'on. Andrea Causin (Commissione Difesa della Camera), di Francesco Lombardi, dell'ambasciatore Paolo Casardi, di Maurizio Pitton, Federico Prizzi, Claudio Bertolotti, Monica Fornari e Stefania Scollo, Gianandrea Gaiani, Paolo Quercia, troviamo un'interessante intervista a Edward Luttwak (esperto di strategia militare, economia e politica estera) sulle necessità della Difesa italiana, l'operazione "Mare Nostrum", il ruolo della Nato e l'avanzata dello Stato islamico. Secondo Luttwak, in ambito militare l'Italia "dovrebbe mantenere una capacità residua di combattimento classico, appunto per dissuadere la necessità di combattere: ciò vuol dire forze piccole ma potenti e moderne, ad alta intensità. Provvedere il necessario per poter gestire il territorio italiano dai disordini del Mediterraneo che molto probabilmente dureranno per generazioni: infatti, gli stati che sono in ebollizione oggi sono meno importanti di quelli che andranno in ebollizione in futuro". L'intervista è stata curata da Daniele Lazzeri.
  Fabio Polese approfondisce il tema della guerriglia, o guerra irregolare, "una forma di conflitto armato nata dall'esigenza di non poter sostenere uno scontro in campo aperto con il nemico, più forte e militarmente più organizzato".
  Sull'utilizzo, da parte dei movimenti islamisti, dei canali di diffusione dell'informazione denominati comunemente "Social Network" concentra la propria analisi Andrea Falconi.
  Enrico Verga si occupa della legalità dell'uso dei droni che rischia, "allo stato attuale del diritto internazionale, di frantumare gli articoli che prevedono l'impiego di unità militari in territorio extra nazionale".
  La sezione "Voci di carta" raccoglie le interviste a Germano Dottori, al Ten. Gen. Leonid Reshetnikov (direttore dell'Istituto russo per gli Studi Strategici), a Christopher M. Davidson e a Enrico Colombatto. Reshetnikov afferma che "la leadership della Federazione Russa sta facendo tutto il possibile affinché lo sviluppo della situazione [di tensione internazionale] non pervenga a scenari di forza. La guerra, in particolare se su vasta scala, e ancora di più su scala mondiale, non è oggettivamente utile a nessuno".
  Marco Ferrazzoli (capo ufficio stampa del CNR) compie un viaggio lungo il fronte alpino e i luoghi scenario della Prima Guerra Mondiale, per costruire una memoria condivisa.
  "Le navi veneziane attraverso i secoli" è il titolo del saggio di Andrea Liorsi, in cui viene ricostruita la storia delle imbarcazioni che permisero alla Repubblica di Venezia di consolidare il proprio potere marittimo e la prosperità "per oltre un millennio, a dispetto dei competitors agguerriti che al tempo gravitavano nei bacini di interesse, ossia il Mediterraneo e il Mar Nero, ma anche l'Atlantico Orientale e il Mare del Nord": dalle galeazze di Lepanto ai vascelli di Morosini.
  Antonciro Cozzi ricostruisce le tappe che hanno portato alla nascita dell'Unione Euroasiatica, un percorso cominciato nel 1997 che ha trovato un epilogo ad Astana il 29 maggio 2014 con l'accordo dei Presidenti di Russia, Bielorussia e Kazakhstan. Tale evento, secondo l'Autore, rappresenta "il segnale che la competizione geopolitica si sta allontanando progressivamente dal Medioriente e dall'Europa per spostarsi più a Est, verso l'Asia-Pacifico".