Metamorfosi del Globo (Il Nodo di Gordio n.5) Stampa E-mail

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Metamorfosi del Globo
Mutazioni e rivoluzioni della geopolitica
Il Nodo di Gordio, anno III, numero 5, maggio 2014

pagg.255, € 14,00

 

nododigordio 5-2014  Il volume si apre con l'Editoriale di Daniele Lazzeri, direttore responsabile del "Nodo di Gordio", dedicato al "silenzio assordante dell'Europa in un Mondo rumoroso". All'Europa "debole", "kantiana", "sonnambula", sempre "e comunque marginale nelle decisioni che contano a livello globale" fa da contraltare la Russia di Putin che "dopo l'annessione della Crimea e il conseguente argine alle mire espansionistiche della Nato, pensa già a come ritornare agli antichi fasti dell'Impero perduto con la deflagrazione dell'Unione Sovietica". Quella di Putin, secondo Lazzeri, è una "leadership [...] in grado di evidenziare maggiormente il triste nanismo europeo, incartatosi nello sposare il meccanismo delle sanzioni contro Mosca per la questione ucraina".
  Segue l'Editoriale del Prof. Franco Cardini, direttore editoriale della rivista, intitolato "Ridisegnare il mappamondo": "oggi – vi si legge – la "Nuova Via della Seta" [...] e il nuovo Great Game che vede USA, Unione Europea e sistema di lobbies che ne innervano la compagine (e di cui magna pars sono gli emirati arabi del Golfo) stanno provocando di nuovo una tensione mondiale che ha il suo centro tra area pontico-caspica e Asia: le successive crisi afghana, iraqena, siriana, caucasica e ucraina lo confermano, al pari dei segnali dinamici che provengono dalle situazioni interne turca e iraniana e dal nuovo ruolo di leadership (solo "regionale"?...) assunto dalla Russia di Putin lo confermano".
  Vi è poi un'intervista a Fausto Biloslavo, giornalista del "Giornale", che esamina "le radici e le possibili evoluzioni della nuova "Guerra Fredda" tra la rinascente Russia dello "zar" Vladimir Putin e un Occidente sempre più confuso ed indeciso, diviso dalla scelta tra interessi economici e ragioni geopolitiche".
  Elvio Rotondo prende in esame il riflesso che la crisi ucraina esercita sul Nagorno Karabakh, la "porzione di territorio dell'area caucasica, dalla natura incontaminata e con una ricca eredità culturale, [che] sta risentendo attualmente, più di altri paesi euroasiatici, del recente confronto tra la Russia e l'Occidente derivante dall'annessione della Crimea".
  All'Ucraina è dedicato anche l'articolo di Antonciro Cozzi, secondo il quale "una positiva risoluzione della questione ucraina, risulterebbe importante per lo stesso Putin, accrescendo il suo prestigio dinanzi alle difficoltà economiche e i problemi di gestione politica interna che affliggono da tempo la Federazione Russa".
  Prendendo spunto dai recenti avvenimenti in Crimea, il giornalista Maurizio Stefanini approfondisce la questione degli Stati non riconosciuti in un articolo intitolato "Quella sporca dozzina...": "la vicenda di questi Stati non riconosciuti – scrive l'Autore – dimostra l'assioma per cui spesso non c'è nulla di più duraturo del provvisorio".
  Nella parte del volume dedicata al Kazakhstan, troviamo gli interventi di Andrea Marcigliano, Marcello Ciola, Alessandro Grandi, Paolo Zammatteo, Renato Sartini e Rafis Abazov, oltre a un'intervista a Vittorio Sgarbi su Astana, "capitale del Rinascimento asiatico". Il Kazakhstan – spiega Marcigliano – è "oggi il vero e proprio perno degli equilibri centro-asiatici, o, per usare un termine classico della scienza geopolitica, il "pivot d'area". È sicuramente il paese più ricco – ancorché non il più popoloso della regione; il più industrializzato, capace di differenziare la produzione sfruttando, certo, le potenzialità naturali – petrolio, gas, uranio, terre rare... - ma non vincolandosi esclusivamente all'industria estrattiva".
  Federico Prizzi continua l'analisi – che ha preso il via sul numero precedente del "Nodo di Gordio" – delle teorie militari attualmente in voga negli Stati Maggiori occidentali relative ai futuri scenari di guerra asimmetrica o comunque non convenzionali". In questo numero, l'Autore approfondisce il tema del "Compound Warfare" (CW), espressione con cui "si intendono tutti quei conflitti che hanno visto l'impiego combinato di forze convenzionali e irregolari in combattimento, in modo simultaneo e sotto la direzione di un unico Comandante, per fronteggiare un nemico invasore. Sostanzialmente oggigiorno, nella Polemologia contemporanea, le CW si pongono nell'ambito di quella vasta e articolata tipologia di conflitti che abbiamo definito, nello scorso articolo, Guerre Ibride".
  Seguono gli articoli di Giuseppe Caforio sulle prospettive afghane dopo il disimpegno delle forze della coalizione ISAF; di Giulio Prigioni e Luca Zanni sulla tomba di Suleyman Shah, considerata un'exclave turca in pieno territorio siriano; un'analisi di Giuseppe Mancini sulle elezioni amministrative tenutesi in Turchia il 30 maggio dello scorso anno; un intervento di Alessandro Grandi sul Brasile.
  Tra gli intervistati nella sezione intitolata "Voci di carta" figurano Romano Prodi, Susan Dabbous, Antonio Panzeri e Marco Conticelli.
  Diletta Cherra (studiosa dell'arte bizantina) e Federico De Renzi (turcologo) ricostruiscono brevemente la storia dell'Azerbaigian, dagli Achemenidi all'avvento dell'Islam. Il Paese centroasiatico è "il più esteso degli stati del Caucaso, da sempre terra di incontro e convivenza di culture e naturale cerniera tra l'Asia e l'Europa, ha origini antichissime, risalenti fino al Paleolitico, e nella sua evoluzione millenaria ha inciso in profondità nel processo di formazione della civiltà e della cultura della Mesopotamia".