Storia d'Italia tra imprevisto e previsioni Stampa E-mail

Giorgio Galli

Storia d'Italia tra imprevisto e previsioni
Dal Risorgimento alla crisi europea
(1815-2015)


Mimesis Edizioni, pagg.131, € 12,00

 

galli imprevisto  IL LIBRO – A 150 anni dall'unità, l'Italia vive la sua parte, di una grave crisi mondiale. Alla fine del 2011 il governo Berlusconi si dimette, per il Paese si chiude un ciclo ventennale iniziato nel 1991, con la fine della Prima Repubblica. Sarebbe stata una buona occasione per un bilancio, per capire come, attraverso una serie di difficoltà, l'Italia era passata dal regno di Vittorio Emanuele II al regime del signore di Arcore. Non più dantesca signora di provincia, ma una dei "pigs" d'Europa, incompiuta e in crisi.

  DAL TESTO – "Sarebbe potuto anche non cominciare, ma a un certo punto si pensò che non dovesse mai finire: si tratta del regno di Arcore e dei suoi rapporti con le capacità previsionali delle scienze sociali. Si è visto che era stato previsto l'avvento di un tipo particolare di destra, con la sponsorizzazione dei servizi. Si era individuata la sua base sociale, quella che Guido Carli definiva "borghesia di Stato", di cui venivano specificate le due componenti: al vertice i ceti finanziario-speculativi, sotto quelli burocratico-parassitari, parte del blocco storico democristiano e che Forza Italia ereditava non più in forma di blocco storico, ma come aggregato elettorato.
  "Mentre marxisti ortodossi alla Mario Tronti favoleggiavano, negli anni Settanta, della classe operaia che si fa Stato (poi, da senatore del Pd democristianizzato, avrebbe ammesso di avere scambiato il rosso del tramonto per quello dell'aurora), quei ceti sociali si facevano Stato-spettacolo sotto la bandiera di un capitalista oligopolista mediatico che era l'opposto della rivoluzione liberale che preannunciava, favorito da una sinistra la cui incapacità a fronteggiarlo era pure stata prevista da tempo.
  "La tesi prevalente è che gli eredi del Pci abbiano sottovalutato Berlusconi non la condivido: per aver trattato con lui, non ne sottovalutavano l'abilità e la spregiudicatezza. Ma, presuntuosi, si ritenevano più bravi di lui come professionisti della politica. E quando li martellò col suo anticomunismo, reagirono debolmente, condizionati dal loro complesso di colpa, innestato sulla convinzione (espressa da D'Alema) che l'Italia avesse strutturalmente una maggioranza elettorale di destra, per cui, per poter competere, occorreva spostarsi in quella direzione: e come Togliatti aveva salvato il re (solo l'elettorato italiano afferrò in extremis una repubblica, che un altro paio di anni di togliattismo avrebbe reso impossibile); come Berlinguer aveva salvato la Dc di Andreotti (determinando il contraccolpo delle Brigate Rosse), così occorreva venire a patti con Berlusconi."

  L'AUTORE – Giorgio Galli (1928), ha insegnato per oltre trent'anni Storia delle dottrine politiche all'Università degli Studi di Milano ed è uno dei maggiori politologi italiani. Il suo lavoro s'incentra sulla storia politica italiana recente, argomento dei suoi libri e dei saggi giornalistici, prevalentemente su "Panorama". È inoltre autore di studi sul complesso intreccio fra vicende e dottrine storico-politiche e tradizioni culturali antiche e profonde. Tra i suoi ultimi libri, ricordiamo "Hitler e il nazismo magico" (1989), "La politica e i maghi Da Richelieu a Clinton" (1995) e, con Giuliano Boaretto, "Alba magica. Le elezioni italiane e il New Age della scienza politica" (1996).

  INDICE DELL'OPERA – Le ragioni di un titolo - Il biennio d'oro 1859-1860 - Energia oscura - Le guerre d'Italia 1911-1941 - Prima della casta - Anticipazioni sui comunisti - L'illusione socialista - Illuminismo e servizi segreti - Arriva la Lega - Svolta con la esse maiuscola - Gli attentati e lo spettacolo - Venti anni senza luce né lucciole - Come cominciò e come proseguì - Come finì - Cinque Stelle - In che mondo viviamo?