Dal Tribulaun a Nisida. Racconti di guerre e pace |
Nicola Walter Palmieri
IL LIBRO – Helmuth Marini era figlio di madre austriaca e di padre italiano. Visse in due mondi inconciliabilmente divisi nel Sudtirolo degli anni '40 e '50. Gli abitanti di questa Provincia – tedeschi e italiani – avrebbero potuto integrarsi, e convivere pacificamente, cosa che sarebbe probabilmente avvenuta se si fosse affermata la posizione moderata del carismatico Sindaco di Bolzano Julius Perathoner, sostenuta dal Re d'Italia. Ci pensarono le squadre private fasciste a seminare odio, a cominciare dalla risibile "Marcia su Bolzano", agli inizi di ottobre 1922, l'occupazione violenta di alcuni edifici di Bolzano – compreso il Municipio – senza che i carabinieri li bloccassero e la abusiva sostituzione del Sindaco; cui seguì un programma ventennale di italianizzazione a oltranza. Le cicatrici di quel periodo non erano ancora rimarginate negli anni '50, cruciali in questo racconto. È questo lo sfondo storico che caratterizza i protagonisti del libro. Per comprenderne le azioni e gli irrazionali comportamenti, occorre immedesimarsi nella tragedia che aveva colpito la popolazione di etnia tedesca durante quel periodo. Il libro descrive, attraverso una serie di racconti, le esperienze che formarono il ragazzo, accompagnandolo alla realizzazione della sua aspirazione di diventare Ufficiale Pilota dell'Aeronautica Militare. È un resoconto di viaggio, che inizia con insolite, sofferte e talora anche amene, vicende vissute dal giovane Marini nell'immediato dopoguerra; per attrarlo al cospetto e sulle vette di una bellissima, selvaggia montagna delle Alpi Retiche Orientali, il Tribulaun; da dove, temprato nel fisico e nello spirito, andrà incontro al suo destino, quando approderà alla Scuola Militare che gli aprirà gli illimitati sentieri del cielo. DAL TESTO – ""A consacrare il diritto dell'umana esistenza contro il crimine dell'assassinio" è scritto all'entrata delle Fosse Ardeatine. I tedeschi uccisero (assassinarono) in rappresaglia 335 ostaggi estranei all'agguato di via Rasella, a Roma, opera di un gruppo di protestatori civili, che costò la vita (fu assassinio?) a 33 soldati altoatesini inquadrati nella forza di polizia delle SS (Polizeiregiment Bozen). Gli ostaggi erano prigionieri politici, militari, un ufficiale italiano decorato di EK2, ebrei, semplici sospetti, un sacerdote. Gli Alleati uccisero (fu assassinio?) con bombardamenti almeno 40.000 civili ad Amburgo (1943), altrettanti (almeno) a Dresda (1945), per non parlare delle bombe alleate su Milano, l'eccidio nella scuola di Gorla (i piloti americani sapevano che erano oramai fuori rotta per gli obiettivi militari, perché non hanno proseguito per qualche minuto, e le bombe sarebbero finite in aperta campagna), dei bombardamenti USA su civili a Hiroshima e Nagasaki, in Corea del Nord, Laos, Vietnam (incluso l'uso devastante di Agent Orange), Iraq, Afghanistan. In cosa si differenzia la bomba incendiaria o a grappolo che uccide mille persone, e lascia mutilate altre mille, e altre mille ferite, e il plotone di esecuzione che fucila dieci persone? Il Comandante dell'aviazione inglese Sir Arthur Harris non venne processato e condannato (e neppure il suo collega dell'aviazione americana). Se il Feldmaresciallo Albert Kesselring avesse fatto bombardare il Quirinale (quartiere dove si trova via Rasella) - come fanno gli americani in Iraq e in Afghanistan, quando c'è un attentato, bombardano (anche con UAV) le città nelle quali immaginano si siano rifugiati gli attentatori, compiendovi vaste stragi fra le popolazioni civili e avesse messo in conto la perdita di migliaia di vite umane (sarebbe stato assassinio?), invece di fare passare per le armi 335 ostaggi, sarebbe uscito a testa alta da soldato che aveva semplicemente applicato il diritto di guerra? ("Soldat bis zum letzten Tag", soldato fino all'ultimo, scrisse lui stesso nelle sue memorie). Se lo fanno gli altri è assassinio, se lo facciamo noi è legittima azione di guerra. Al processo di Norimberga, i Generali tedeschi sul banco degli accusati puntarono il dito - tu quoque - sugli Alleati, ma le giustizie sono diverse per i vinti e i vincitori, i deboli e i potenti. I vincitori navigano sempre a vela spiegata attraverso il mare dell'impunità. E la gente comune rimane indifferente, salvo qualche curioso che si chiede, scuotendo la testa dinanzi a episodi di eroismo, "cosa vogliono dimostrare queste figure deamicisiane, chi sono questi Salvo D'Acquisto?"" L'AUTORE – Nicola Walter Palmieri è avvocato iscritto agli Albi di Montreal e New York (ammesso al Southern District of New York e alla United States Supreme Court). Esercita la professione legale a Roma. È stato il responsabile della funzione legale di grandi società industriali (BASF Corporation, Montedison, Parmalat). Ha insegnato materie giuridiche ed economiche, ed è autore di numerosi articoli e libri (in maggior parte editi da CEDAM). È Ufficiale in congedo dell'Aeronautica Militare italiana. Vive a Ruvigliana in Svizzera. INDICE DELL'OPERA – Prefazione - Prologo - Capitolo I. Non v'ha bella che resista (A. Gli Alpini - B. L'armistizio - C. Il soldato Mario Baldini - D. Il cambio della guardia - E. La Flying Fortress) - Capitolo II. Joe (A. Hitlerjugend - B. I "liberatori" - C. Organisieren) - Capitolo III. Natale 1945 (A. Il ritorno di Renato Marini - B. I ragazzi del Novecento - C. Il viaggio di ritorno a Napoli) - Capitolo IV. Fra due culture (A. Elisabeth e Helmuth rimasero in Südtirol - B. Le bandiere della riscossa - C. Ahi Bolzano, vituperio delle genti - D. Il Padre prefetto) - Capitolo V. Sotto il cielo più puro (A. Il ritorno di Marianne a Napoli - B. Napoli nel suo splendore - C. Marianne ritorna a Vipiteno) - Capitolo VI. Il guardiano di capre (A. La Frieda - B. Le tre capre - C. I falò del solstizio - D. La interminabile strada bianca) - Capitolo VII. La palizzata impenetrabile (A. Con Helmuth alla volta di Napoli - B. Natale al paese di Renato - C. Gilda - D. L'ultima fuga) - Capitolo VIII. Lux et veritas (A. La distruzione della mente - B. Luce e verità - C. Innsbruck - D. Il bando di concorso dell'Accademia Aeronautica - E. Maria Luisa) - Capitolo IX. L'Umberto I° (A. Nunziatina - B. Il liceo di Napoli - C. Gli amici napoletani - D. Maria Luisa viene al Tribulaun) - Capitolo X. Dulce bellum inexpertis (A. Renata - B. L'esame di maturità - C. L'inchiesta - D. La guerra) - Capitolo XI. Virtute siderum tenus (A. Accademia Aeronautica - B. Il processo - C. La soffice seta bianca - D. Lo spazio senza tempo - E. Fine) |