Prima e dopo. Quadri 1918-1949 Stampa E-mail

Vittore Bocchetta

Prima e dopo
Quadri 1918-1949


Tamellini, pagg.280, € 18,00

 

bocchetta prima  IL LIBRO – L'adolescenza primi anni Trenta in una Cagliari tra alto-borghese e aristocratica, le giovanili peregrinazioni fra Italia e Libia, l'ingaggio intellettuale veronese, il carcere fascista, la tortura, l'affondamento esistenziale nei Lager di Flossenbürg ed Hersbruck, la resurrezione amara e la disillusione politica nell'oscuro mattino del dopoguerra, una motonave, infine, per le Americhe... Perché fa parte della morale, diceva Theodor Adorno, non sentirsi mai a casa propria.
  Vittore Bocchetta suggella ora, a distanza di tanti decenni, la sua personale e straordinaria esperienza del «prima», del «dopo» e di quei lunghi anni di emergenza e di lotta contro il nazifascismo e contro la conformistica o ideologica abiezione di sé. La testimonianza di un «salvato» - memoriale oppure orazione civile - cominciata al ritorno in Italia dopo quarant'anni vissuti fra Buenos Aires, Caracas e Chicago, che libera un vortice di aneddoti, scintillanti di riflessione storica, su un'epoca rimasta controversa. Una stagione che queste pagine restituiscono meritamente al suo più naturale genio epico.

  DAL TESTO – "Ho 22 anni e sempre fame. Quello che riesco a pescare non mi basta mai. Faccio lo studente perché domani sarò dottore. In casa mia c'era troppa concorrenza, quindi ho deciso di staccarmene affinché un giorno si dica: - È un uomo tutto d'un pezzo, si è fatto da solo, ha voluto, sempre voluto, fortissimamente voluto.
  "Intanto ho uno stomaco capace di tutto. Sono uno studente e vivo di qualche lezione privata. Insegno quello che mi si chiede. Però è così difficile riscuotere! Ci sono periodi buoni, marzo aprile e maggio. In giugno devo andare a Firenze a sostenere gli esami.
  "Mi hanno detto che cercano impiegati al Comune per il censimento agricolo. Verona agricola e fascista. Mi chiedono la tessera. Dico che sono iscritto, che la porterò domani. Mi assumono. Ma perché non mi iscrivo? Già, perché non mi iscrivo? Al primo stipendio mi presenterò al Guf. - Sì, ma che cosa dico ai compagni del corridoio? Mi diranno che, dopotutto, non ho saputo essere forte. La ragazza del giorno mi ripete che gli amici sono quelli che mi spingono alla rovina. Anche mia madre usava dirmi così, però Giulietta è figlia di un gerarca, mentre mio nonno, buonanima, aveva quattrini e se ne fregava anche del duce.
  "Vado al Guf. Dovrò fare una domanda e dovrò presentare la tessera dell'anno scorso. Sollievo: la tessera dell'anno scorso non ce l'ho, Giulietta si arrabbia e io la pianto."

  L'AUTORE – Vittore Bocchetta (Sassari, 1918), membro del Cln di Verona dal marzo 1944, nel luglio dello stesso anno fu internato nel lager di Flossenbürg e fu trasferito poi ad Hersbruck. Dal 1949 ha vissuto e insegnato in America Latina e negli Stati Uniti, dove ha svolto anche un'intensa attività come scultore e pittore. Nel 1989 è tornato a risiedere a Verona.

  INDICE DELL'OPERA – Nota biografica - Prima e dopo. «Quadri» 1918-1949 - Parte prima 1918-1939 - I. Un'infanzia qualunque - II. Bologna - III. Al ginnasio San Filippo Neri - IV. Verona - V. Al collegio vescovile - VI. Morte della mia quercia - VII. Cagliari - VIII. Primo impiego - IX. Un tal generale Sanna - X. Quarta sponda italica e imperiale - XI. Tobruk - XII. Il caso Mandara - XIII. Soldato di Sanità semplice e sedentario - Parte seconda 1940-1945 - I. Ritorno a Verona - II. Concepimento - III. Nascimento - IV. 25 luglio 1943. Subcoscienza della pace - V. 9 settembre 1943. Battesimo - VI. Integrazione - VII. Interludio. Il vecchio di Cittadella - VIII. Comunione - IX. Consacrazione - X. Mortificazione - XI. Anatema - XII. Disumanizzazione - XIII. Ora zero - XIV. Lazzaro in trono - XV. Cadenza d'inganno. Uomini zero - Parte terza 1945-1949 - I. Resurrezione scomoda - II. Uvam - III. Tribunale di Verona, Commissione di epurazione - IV. Giusto intervento di don Bassi - V. Eca - VI. Prevaricazione ancora - VII. Lorenzo Conati - VIII. La Passione di Cristo e quella di Raffaello Tolfa – Appendice - Note