La mano mozza Stampa E-mail

Blaise Cendras

La mano mozza

Elliot Edizioni, pagg.271, € 19,50

 

cendras manomozza  IL LIBRO – Cronaca di episodi realmente vissuti (almeno in parte) dall'autore durante il primo conflitto mondiale, "La mano mozza" è una delle opere più straordinarie tra quelle che hanno saputo raccontare e, per certi versi, reimmaginare la Grande Guerra.
  Più visionario dei capolavori di Dos Passos e Hemingway, più estremo di Celine, racconta la storia di un gruppo di soldati della Legione Straniera sul fronte della Somme, sbandati fomentati da ogni barbarie, pronti a morire per una patria non loro. Tra questi sgomita lo stesso Cendrars: primo per efferatezza, primo nell'affrontare il pericolo, primo nelle bestemmie. Primo, in fondo, vero romantico. Finché il 26 settembre del 1915 una raffica di mitragliatrice gli porta via la mano destra.
  Pubblicato in Francia nel 1946, questo classico di culto torna oggi per il pubblico italiano in una nuova traduzione.

  DAL TESTO – "La notte, la linea di fuoco si estese sia a destra che a sinistra. Probabilmente erano arrivati nuovi reggimenti. Ma potevano anche essere i crucchi che espandevano le loro linee per circondare la nostra cresta. Non si sapeva. Non c'era ancora alcun collegamento né a sinistra né a destra. E il fronte si estendeva ben lontano, rispetto a noi, e avevamo troppo da fare nel nostro settore per preoccuparci di ciò che accadeva intorno. Ai nostri piedi i crucchi avanzavano, arretravano. La culatta dei fucili ci bruciava le mani e avevamo le braccia stanche a forza di lanciare bombe. Merda! Sembrava non finire più...
  "Nel culmine dell'azione, Griffith venne da me.
  "«Ti cercavo, caporale. Tieni, bevi...».
  "«Che cos'è?».
  "«Birra, e anche buona, accidenti...».
  "Vuotai la gavetta che mi stava tendendo.
  "«Dove l'hai presa?».
  "«Beh, sono andato a prendere una botte. Non potevamo lasciarla, no... Ne vuoi ancora? Vieni con me...».
  "E mi portò per la trincea scossa, dove ogni dieci passi inciampavo in un barile distrutto. Quei volponi avevano organizzato una spola e andavano a turno a prendere una botte. Forse era per quello che combattevano così bene. Non avrebbero mollato finché ci fosse stato da bere, e i tedeschi potevano sempre provare a venire a vedere. Ogni feritoia sputava fuoco. Ma il fatto che mi colpì di più era che ogni uomo aveva un sigaro ficcato in bocca, cosa che, in quella notte tragica, dell'orrore, di feriti e di morti, un inferno di esplosioni, dava una nota comica e festosa."

  L'AUTORE – Nato a La Chaux-de-Fonds nel 1887, Blaise Cendrars, pseudonimo di Frédéric-Louis Sauser Hall, fu un poeta e romanziere francese di origine svizzera. Dopo una giovinezza errabonda tra Asia, Russia e America, pubblicò alcune raccolte di poesie ("La Légende de Novgorode", "Pasqua a New York" e "Séquences"). Durante la Prima guerra mondiale combatté in Africa nella Legione Straniera. Fu ferito e mutilato dell'avambraccio destro. Dopo la guerra si dedicò interamente alla scrittura. Tra le sue numerose opere ricordiamo "L'Oro" (1925), "La vita pericolosa" (1938) e "Rapsodie gitane" (1945). Morì a Parigi nel 1961.

  INDICE DELL'OPERA – I. Quel tipo di Vieil - II. L'offensiva di primavera - III. I pidocchi - IV. Rossi (caduto a Tilloloy) - V Lang (caduto a Bus) - VI. Robert Belessort (morto in Inghilterra) e Segouana (caduto alla fattoria di Navarin) - VII. Goy (fatto prigioniero alla Croce, dichiarato disperso) - VIII. Coquoz - IX. La signora Kupka - X. B... - XI. Bikoff (cieco di guerra, morto suicida) - XII. Garnero (caduto sulla cresta di Vimy, seppellito il giorno stesso e ritrovato dieci anni dopo, resuscitato!) - XIII. Pappalardo (I superiori) - XIV. Dio non c'è - XV. Fare un prigioniero - XVI. Il cavalier De Przybyszewski detto il "Monocolato" (dichiarato scomparso in Champagne) - XVII. Alla Grenouillère - XVIII. Le "mie" Legioni d'onore - XIX. La pipa di granturco - XX. Il giglio rosso - XXI. Fenomeni - XXII. I cantanti e le loro canzoni - XXIII. Abbuffa-tutto - XXIV. «Mamma! Mamma!» - XXV. Matricola 1529 - Note