Lo scudo crociato Stampa E-mail

Girolamo Rossi

Lo scudo crociato
Un simbolo medievale nella comunicazione politica del Novecento


Armando Editore, pagg.240, € 19,00

 

rossi scudocrociato  IL LIBRO – Lo "scudo crociato" nasce come simbolo di partito con le elezioni politiche del novembre 1919, scelto da Luigi Sturzo per identificare il neonato Partito Popolare. La sua storia è tuttavia molto più antica: a partire dall'assedio di Antiochia (1098) - con la tradizione che narra l'apparizione sul campo di battaglia di San Giorgio - la croce rossa in campo bianco si era affermata come il simbolo più significativo nella storia militare del cristianesimo. Un simbolo che, presente nei vessilli dei Comuni guelfi, nelle battaglie cruciali come quella di Legnano (1176), nella stessa araldica del Regno d'Inghilterra, ha avuto spesso la funzione di legittimare in senso religioso il potere politico e militare. Nella storia del Partito Popolare prima e della Democrazia Cristiana di De Gasperi poi, lo scudo crociato porta quella idealizzazione del medioevo che si trova in pensatori come Agostino Gemelli o Giuseppe Toniolo, e quello spirito di "crociata" che si rivelerà efficace sul piano dell'identità e della propaganda politica, ma difficile da gestire nel rapporto con la Gerarchia ecclesiastica. In uno scenario politico come quello del Novecento, infatti, che pone in termini dialettici il rapporto fra ambito religioso e ambito laico, l'uso in politica del più sacro dei simboli - la croce - sarà spesso una scelta travagliata.

  DAL TESTO – "Lo scudo crociato si consacra al congresso di Roma come simbolo universale e assoluto, espressione di un'ispirazione divina che si mantiene viva. Diversa funzione può avere la scritta libertas, che proprio per la sua carica semantica ampia ed elastica può meglio attagliarsi ai differenti contesti e agganciare l'attualità del momento. Così come nei discorsi di Luigi Sturzo la parola libertà aveva potuto assumere i più diversi significati a seconda dei particolari contesti (potendo valere come riferimento alla libertà dagli oppressori stranieri, alle libertà democratiche contro il totalitarismo, alla libertà religiosa e alla libertà d'insegnamento), altrettanto nei discorsi di De Gasperi e degli altri leader democristiani la parola si aggancia, in modo quanto mai pertinente e drammatico, al particolare frangente storico. "Libertas" domina il palco dell'aula magna dell'Università di Roma a significare l'impegno del partito sui temi cruciali del momento: la vittoria sulle forze naziste e fasciste, il progetto di una nuova costituzione democratica, il rifiuto delle ideologie socialista e comunista.
  "Il doppio piano su cui la Democrazia Cristiana articola il proprio sistema di significazione simbolica, quello appunto del segno grafico da una parte e della parola dall'altra, consente un gioco di composizione e separazione di elementi estremamente flessibile, efficace e funzionale sul piano politico, in termini di attualizzazione della proposta, di definizione dell'agenda e di individuazione delle possibili leve di comunicazione verso l'elettorato. Nel caso particolare del congresso, l'esaltazione della "parola" e la sua collocazione fuori dal contesto grafico dello stemma sembra avere una duplice valenza, per un verso compatta il partito ricordando, alla vigilia delle prime consultazioni elettorali postbelliche, quanto alta sia la posta in gioco per il futuro del Paese; per altro verso, consente di gestire con la dovuta prudenza il rapporto con la Santa Sede e le gerarchie ecclesiastiche, tematizzando la libertà più che la fede."

  L'AUTORE – Girolamo Rossi è docente di Teoria e tecnica della comunicazione politica presso la Pontificia Università "Angelicum" di Roma. Ha conseguito la laurea in Lettere e il dottorato in Scienze Sociali, e indirizza la propria attività di ricerca nel campo delle simbologie e della cultura visiva. Insegna Comunicazione d'impresa al Master in Responsabilità Sociale d'Impresa dell'Università Lumsa di Roma, e presso la Fund Raising School dell'Università di Bologna.

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione - Capitolo 1. Scudo crociato: alle origini di un simbolo (1.1. La croce: fenomenologia di un segno - 1.2. Una struttura "significativa" - 1.3. Un tema multidisciplinare) - Capitolo 2. La comunicazione politica: i contenuti "visibili" (2.1. La scienza della propaganda - 2.2. Simboli polivalenti - 2.3. Croce laica e cristiana - 2.4. Un simbolo impegnativo) - Capitolo 3. I cattolici in politica: un esordio travagliato (3.1. Lo scudo crociato dei Popolari - 3.2. Nel segno della battaglia - 3.3. Una identità forte - 3.4. I riflessi "simbolici" del Concordato) - Capitolo 4. Chiesa e Stato verso la ricostruzione (4.1. I Guelfi, anima politica dei cattolici - 4.2. Il dibattito nel movimento - 4.3. Il ritorno dello scudo crociato - 4.4. Libertas, agenda politica del partito) – Conclusioni - Lo scudo crociato come "segno forte" - Bibliografia