La Batracomachia di Bayreuth Stampa E-mail

Anacleto Verrecchia

La Batracomachia di Bayreuth
Nietzschiani contro wagneriani


Casa Editrice Il Prato, pagg.208, € 15,00

 

verrecchia batracomachia  IL LIBRO – Dopo l'intenso lavoro per scrivere "La catastrofe di Nietzsche a Torino", libro pubblicato da Einaudi nel 1978 e che tanto rumore ha suscitato in Italia e ancor più all'estero, Anacleto Verrecchia, per ridare aria alla fantasia, ha voluto scrivere anche una coda satirica a tale libro. È "La Batracomachia di Bayreuth", dove vittime e protagonisti sono nietzschiani e wagneriani, trasformati per l'occasione in rane. Così il volume si apre con una trasognata gazzarra notturna tra le rane nietzschiane e quelle wagneriane e si chiude con un epicedio su Arthur de Gobineau, che di Nietzsche fu l'antesignano e di Wagner l'amico più caro. Nel mezzo ci sono alcuni racconti, in cui l'autore dà prova del suo stile sarcastico, da un lato, ed esilarante, dall'altro.

  DAL TESTO – ""Perdonatemi" fece l'inglese "se prendo di nuovo la parola. Mi pare che questo Nietzsche conosca gli alti e i bassi come la borsa. Ora che le sue quotazioni sono in forte rialzo, ecco che gli operatori culturali, come li chiamano elegantemente, si sono rimessi a giocare sul suo nome. In Inghilterra, lasciatemelo dire con un pizzico di orgoglio, la moda di Nietzsche non ha attecchito, il che mi consente di parlarne con distacco e obiettività. La cosa, forse, dipende dal fatto che noi inglesi non abbiamo alcun bisogno di applicarci i tacchi del Superuomo, visto che siamo già abbastanza spilungoni. Mi piacerebbe sapere, però, perché gl'italiani impazziscano tanto per Nietzsche. Ho una mia idea, ma forse ritorneremo sull'argomento".
  "L'attenzione di tutti, ora, era rivolta a un nietzschiano piuttosto alto e slanciato rispetto agli altri, con i quali aveva però in comune la barba. Dal viso e dal modo di fare lo si sarebbe scambiato più per sant'Isidoro che per Nietzsche-Dioniso. Il punto centrale delle sue alte declamazioni era come tradurre correttamente in italiano la parola Übermensch. "Compagni e confratelli" diceva "noi dobbiamo essere precisi in tutto, se vogliamo riportare piena vittoria sui nostri avversari. Tradurre Übermensch con Superuomo, come si è fatto finora, è fondamentalmente sbagliato. Ci ho pensato sopra diversi anni (la mia professione, infatti, è quella di pensatore e lo Stato mi paga proprio per pensare) e sono giunto alla conclusione che la traduzione esatta è Oltre-uomo. L'unico problema, che ancora solleva delle difficoltà e del quale ho discusso a lungo con altri pensatori, è quello di stabilire se ci voglia o no il trattino. Mi spiego: si deve scrivere Oltre-Uomo o Oltre uomo? Personalmente, ve lo dico con tutta franchezza, io propendo per il trattino. Comunque, questa importantissima questione, dalla quale può dipendere la sorte di tutta la filosofia di Nietzsche, sarà dibattuta a fondo in altra sede. Sull'argomento, infatti, sto organizzando, sempre a spese dello Stato, alcuni congressi nazionali e internazionali. Il trattino: sembra un'inezia, ma non lo è, almeno per i filosofi come me"."

  L'AUTORE – Anacleto Verrecchia (1926-2012), germanista e filosofo, è autore di molti libri che hanno suscitato vasto interesse di critica, in Italia e all'estero. Qui si ricordano "La catastrofe di Nietzsche a Torino" (Einaudi, 1978), "Giordano Bruno, la falena dello spirito" (Donzelli, 2000), "Diario del Gran Paradiso" (Fogola, 1997). Alcuni suoi libri sono usciti prima in tedesco e poi in italiano. È stato scritto che la prosa di Verrecchia "spicca per chiarezza ed energia" e che è "la migliore prosa filosofica scritta oggi in Italia".

  INDICE DELL'OPERA – In memoria di Anacleto, di Diego Fusaro – Prefazione, di Vittorio Mathieu - La Batracomachia di Bayreuth - Amilcare. Storia di un fidanzamento - Il Fauno di Ceresole Reale - Le prodezze di Fufi - Il "cantesimo" - La centrale della discordia - Il figlio di Odino