Il ganglio Stampa E-mail

Fabrizio Peronaci

Il ganglio
Un supertestimone, il sequestro Orlandi e un gruppo di potere occulto
negli anni della guerra fredda in Vaticano


Fandango Libri, pagg.396, € 18,50

peronaci ganglio  IL LIBRO – "Resti fuori, non suoni al citofono. Componga il mio numero di cellulare e lo lasci squillare quattro volte. Qualcuno verrà ad aprirle."
  Inizia come una spy-story il racconto di Fabrizio Peronaci su uno dei più famosi cold case italiani: la scomparsa di Emanuela Orlandi, nel giugno del 1983, preceduta di un mese da quella di Mirella Gregori. A fissare l'inquietante appuntamento è Marco Fassoni Accetti, ambiguo personaggio che, tre decenni dopo, si autoaccusa di aver avuto un ruolo preminente nel duplice sequestro, all'interno di un progetto più ampio, nato nel periodo finale della Guerra Fredda.
  Un gruppo clandestino, un ganglio interno alla diplomazia vaticana che, con il supporto di laici, elementi dei servizi segreti e della malavita romana, svolgeva azioni di pressione e dossieraggio contro la politica anticomunista di papa Giovanni Paolo II e per assumere il controllo dello Ior. Da qui parte Il Ganglio, viaggio senza precedenti nei luoghi oscuri del Vaticano, alla ricerca delle verità che ancora si nascondono dentro le mura leonine. Prima fra tutte la risoluzione del rebus dei codici utilizzati dai sequestratori, in gran parte relativi al terzo segreto di Fatima, collegato con i retroscena dell'attentato al papa, le controverse "confessioni" di Alì Agca e la pista bulgara. Peronaci segue il filo di questa indagine-sciarada, muovendosi con cognizione fra il memoriale inedito del supertestimone, le nuove rivelazioni, le analisi dei magistrati, il desiderio di giustizia dei familiari, i depistaggi tuttora in corso. Un libro avvincente, ricco di suspense, che fa luce su uno dei periodi più torbidi della storia recente.

  DAL TESTO – "Il "ganglio", in quanto nucleo occulto di opposizione alla linea della Santa Sede, inizia a manifestare una certa operatività, a base di pressioni e ricatti, nel 1979, all'indomani dell'elezione del papa polacco. I prelati "di riferimento" apprezzano la ostpolitik e non disdegnano Yalta, considerano i gerarchi dei vari politburo meno nemici di certi colleghi in clergyman che hanno preso le chiavi dei palazzi vaticani. La logica dell'azione sulle due quindicenni consegnataci dal memoriale risulta chiara. L'essenziale antefatto - senza il quale gli Orlandi e i Gregori oggi sarebbero cognomi sconosciuti ed Emanuela e Mirella due anonime signore, probabilmente sposate e madri di famiglia - è il ferimento di Giovanni Paolo II. È questo evento a monopolizzare le attenzioni dei dissidenti, nel timore di strumentalizzazioni in chiave anti-Est.
  "Dal 13 maggio 1981, un minuto dopo l'arresto di Agca, si realizzano le condizioni perché avvenga qualcosa di brutto, nei paraggi della basilica. Unico interesse dell'attentatore, personalità torbida e complessa, cresciuto nel mito dell'invincibilità, è uscire di galera. Il suo annuncio, nel luglio 1981, di voler iniziare uno sciopero della fame "esattamente" il giorno 20 del successivo dicembre, dimostra che erano partiti dialoghi criptati con oscuri interlocutori, forse in grado di soddisfarlo. Non sta delirando, il turco: fissa il suo prezzo, in vista della riconquista della libertà. Già due anni prima della loro scomparsa, il destino di Mirella e di Emanuela è segnato.
  "Il "ganglio", nato per contrastare il viscerale anticomunismo del primo papa venuto dal freddo, è in allerta. La voce di imminenti rivelazioni di Agca, "cavaliere" non più "solitario" nell'attuazione del crimine, spaventa ogni giorno di più i fautori del dialogo. A fine 1981, quando il Lupo grigio incontra in cella due uomini dei servizi segreti italiani, il timore che stia per coinvolgere il mondo dell'Est nell'azione di piazza San Pietro diventa certezza."

  L'AUTORE – Fabrizio Peronaci, laureato in Scienze politiche, lavora al "Corriere della Sera", nella sede di Roma, dove si occupa di cronaca nera da oltre vent'anni. Ha seguito, da cronista e poi come responsabile del settore, i principali gialli della capitale. In precedenza ha lavorato al "Messaggero" e a "L'Europeo". Ha scritto con Pietro Orlandi "Mia sorella Emanuela" (Edizioni Anordest, 2012, prefazioni di don Ciotti e Walter Veltroni). Ha deciso di fare il giornalista dopo aver letto al liceo la prima strofa di una poesia di Pier Paolo Pasolini. Si ostina a ritenere che un'informazione libera sia bene prezioso e insostituibile di una democrazia.

  INDICE DELL'OPERA – Capitolo 1. Il contatto - Capitolo 2. Un papa non curiale - Capitolo 3. Faccia a faccia con Pietro Orlandi - Capitolo 4. Il memoriale della confessione - Capitolo 5. Gli alberghi di Agca - Capitolo 6. La partita bulgara - Capitolo 7. Emanuela e Mirella: l'azione - Capitolo 8. Scacco alla Procura - Capitolo 9. I codici - Capitolo 10. L'enigma svelato - Allegati. Documenti e nuove prove - Note