Massimo Serretti
Il martirio dell'apostolo Paolo
Edizioni Paoline, pagg.96, € 11,00
IL LIBRO – Il testo narra il martirio dell'apostolo Paolo e si dispiega nell'intreccio di due fili: uno storico-narrativo e l'altro teologico-meditativo. La narrazione avvicina con l'immaginazione e l'affetto alla concretezza semplice, ma coinvolgente, ai luoghi, alle persone, alle storie che Paolo incontra nel suo viaggio e dà colore e sapore alla sua biografia e quindi a ciò che il Signore ha voluto operare attraverso l'apostolo. La meditazione teologica che egli stesso ci fornisce nel suo epistolario e che ricaviamo dagli scritti di Luca dà un senso e un ordine a ogni dettaglio concreto. Per far ciò ci si avvale di una base di studi specialistici recenti e di fonti, ma la resa è tendenzialmente lineare e accessibile a tutti.
DAL TESTO – "Il primo significato che Paolo ci fornisce di tutta la pletora di vessazioni da cui è afflitto nell'esercizio del suo ministero è racchiuso nell'espressione «per (yper) Cristo. Essa assume nell'epistolario paolino sia il senso del patire a motivo di Cristo, per causa di Cristo, sia anche a vantaggio del corpo di Cristo. «Beati voi quando vi perseguiteranno per causa mia» (cfr. Mt 5, 11). Il soffrire per Cristo è motivo di gloria e di vanto per l'Apostolo. "Ma c'è anche un altro significato che egli esplicita: la sofferenza vissuta «per Cristo» va a vantaggio dei cristiani e delle comunità. Ai Colossesi egli scrive infatti: «Ora io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa» (Col 1, 24) e, più innanzi: «quale dura lotta devo sostenere per voi» (Col 2, 1). Così anche agli Efesini: «Prigioniero di Cristo per voi pagani», e ancora: «vi prego di non perdervi d'animo a causa delle mie tribolazioni per voi: sono gloria vostra» (Ef 3, 13). "I patimenti e le tribolazioni hanno per Paolo un significato duplicemente oblativo: «per Cristo» e «per voi». In esse Paolo si conforma (symmorphia) a Cristo e quindi, le sofferenze, oltre ad assumere il carattere di prova d'amore, rappresentano anche un modo della lotta che l'Apostolo sostiene a vantaggio delle comunità che ha impiantato. In virtù di questo duplice «per», le tribolazioni divengono offerte e acquisiscono un fortissimo carattere relazionale e comunionale. In esse Paolo vive una vicarietà che gli consente di sostenere, in maniera misteriosa, nella economia della grazia resa presente dal sacrificio e dalla risurrezione di Cristo, la battaglia non solo a favore dei suoi fratelli nella fede, ma anche al loro posto. E proprio riferendosi a questo mistero di comunione «in Cristo», che Paolo parla di una generazione nei dolori del parto (cfr. Gal 4, 19). Nei suoi patimenti egli vede un fattore di fecondità apostolica. Non è solo la predicazione, non è solo la testimonianza, non è solo l'insegnamento, non è solo la preghiera, ma tutto questo unito alla sofferenza e ai patimenti che egli ogni giorno esperimenta nella sua carne e offre in sacrificio. Tutto questo contribuisce alla generazione dei credenti in Cristo. L'esistenza apostolica per Paolo è anche un'esistenza sacrificale, offertoriale."
L'AUTORE – Massimo Serretti, sacerdote, è dottore in filosofia e teologia, docente di teologia dogmatica nella Facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense e insegna antropologia teologica presso l'Istituto Superiore di Scienze Religiose Giovanni Paolo II di Pesaro. Tra le ultime sue pubblicazioni ricordiamo: "Il mistero della eterna generazione del Figlio" (1998); "Natura della comunione. Saggio sulla relazione" (1999); "Il discernimento di Dio" (2003); "L'uomo è persona" (2008).
INDICE DELL'OPERA – Prefazione - 1. Stefano e Sàulo - 2. La «corsa» di Paolo. L'invio alle Genti - 3. L'invio a Roma: «Mi renderai testimonianza anche a Roma» - 4. Paolo a Roma - 5. «Il mio sangue sta per essere versato». Il secondo processo, la sentenza, il martirio - Tavola cronologica - Bibliografia |