Linguaggi di immortalità nella Sparta arcaica |
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Luca Sansone di Campobianco
DAL TESTO – "Il linguaggio delle istituzioni si presenta forse per quello che ha legami e relazioni così estese con gli altri due da meritare uno studio a parte. I 'segni' di cui si compone sono infatti lo strumento con cui Sparta può non solo alterare la percezione del reale dei suoi cittadini ma più direttamente crearne la sostanza stessa, e risultano altrettanti 'nodi concettuali' che realizzano quegli aspetti d'immortalità che danza rituale e parole si erano limitati ad esprimere. Le Gymnopaidiai raccontano in danza dell'eroizzazione dei caduti, ma la loro credibilità trae origine e conferma proprio da quelle leggi che regolano l'accesso a questa condizione. Allo stesso modo, l'esortare di Tirteo può al più promettere il premio di immortalità e spiegare le condizioni per vincerlo, ma sono le leggi della città a sancirne il possesso, mostrando attraverso la concretezza di segni che si riferiscono alla sepoltura le modalità con cui questo premio viene donato. In sostanza, si tratta di tre linguaggi intesi ad intrecciarsi in una sinergia di intenti e tutti vincolati alla volontà di convincere, tutti 'segni', descrizioni, narrazioni di una immortalità che è oggetto di propaganda, fra loro simili e complementari senza mai essere sinonimi o equivalenti, tutti rivolti ad uno stesso destinatario privilegiato. Per chiudere questa riflessione finale manca infatti di notare quest'ultimo punto, ancora una volta importante e una volta ancora capace di sorprendere ed inquietare per quel suo aspetto così moderno, così vicino a trascorsi europei: come molti altri poteri dopo di lei, Sparta sembra ben dimostrare di sapere come parte del successo di una strategia comunicativa dipenda non solo dalla qualità dell'esprimersi ma anche dalla tipologia del destinatario cui è rivolta, e dalla capacità di ben calibrare il messaggio perché vada dove deve realmente andare." L'AUTORE – Luca Sansone di Campobianco si è laureato a pieni voti presso l'Università degli Studi di Bologna, proponendo una ricerca sulla manipolazione del mito di Perseo a fini politici nella Argo del V secolo dove affiorano i primi elementi di analisi semiotica applicati alle fonti antiche. Ha in seguito perfezionato la sua formazione presso il Dipartimento di Storia Antica dell'Università degli Studi di Bologna ed il Department of Classics della Columbia University (NY), approfondendo lo studio delle moderne teorie di semiotica e la loro applicazione nell'analisi delle fonti antiche. È oggi parte del Department of Classics della Leeds University (UK), dove conduce una ricerca sull'impiego dei sistemi metaforici come strumento cognitivo utilizzato da gruppi di diversa natura per elaborare ed affermare una identità del sé. INDICE DELL'OPERA – Introduzione – I. La lingua della poesia – II. La lingua delle istituzioni – III. La lingua della danza - Conclusioni - Bibliografia |