Racconti fantastici II Stampa

Mircea Eliade

Racconti fantastici II

Castelvecchi Editore, pagg.784, € 35,00

 

eliade racconti2  Nel secondo volume dei "Racconti fantastici", Mircea Eliade prosegue il suo viaggio narrativo nei territori liminali dell'esperienza umana, dove mito, memoria e allucinazione si intrecciano in un tessuto letterario che sfida le consuete categorie della realtà. Pubblicato postumo in edizione integrale italiana da Castelvecchi, il testo si configura come un'opera corale e stratificata, in cui dodici racconti autonomi, ma internamente connessi, convergono a formare un "romanzo-mosaico" di rara coerenza simbolica.

  Il testo assume una valenza particolare all'interno dell'opera eliadiana, non solo per l'intreccio narrativo di grande efficacia, ma soprattutto per l'originale sintesi tra l'eredità culturale romena, la riflessione filosofica sulla storia delle religioni e una sottile tensione verso l'invisibile. In quest'opera narrativa, Eliade esprime in forma letteraria alcune delle sue ipotesi teoriche più complesse, trasponendo concetti centrali della sua produzione accademica — come il sacrum, l'eterno ritorno, la coincidentia oppositorum — nel contesto di storie in cui la soglia tra il quotidiano e l'alterità si assottiglia sino a dissolversi.

  Uno dei nuclei tematici fondamentali dell'opera è il rapporto dialettico tra storia e mito. La Romania del XX secolo - colta nei suoi momenti più drammatici: l'occupazione sovietica, il terrore comunista, la dissoluzione dell'ordine sociale - non è solo lo sfondo narrativo, ma diventa essa stessa materia mitopoietica. I personaggi si muovono in un mondo deformato, ma non per questo privo di coerenza interna: un mondo in cui l'accadere storico si carica di significati simbolici che solo una "seconda vista", spesso mediata dal sogno o dalla rivelazione mistica, è in grado di cogliere.

  La temporalità lineare, propria della storiografia moderna, viene così infranta: ogni evento si duplica, risuona nel tempo profondo del mito. Il professore che ringiovanisce dopo essere stato colpito da un fulmine non rappresenta solo un caso anomalo di mutazione biologica, ma incarna il ritorno a una condizione primordiale, pre-culturale, un rinnovamento simbolico che richiama i riti di rigenerazione stagionali. Similmente, la caccia al tesoro guidata da un sogno durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale non è soltanto un'avventura grottesca o una forma di escapismo collettivo, bensì una reazione arcaica della comunità di fronte al disordine cosmico della guerra: l'archetipo del tesoro nascosto e del sogno rivelatore qui si fondono con la disperazione concreta della sopravvivenza.

  Il tema della metamorfosi, ricorrente nei racconti, assume valenze multiple: fisiologica, psicologica ed esistenziale. I corpi e le menti dei personaggi sono in costante mutazione, come se fossero sottoposti a forze sovrumane che sfuggono al controllo della razionalità. In questa prospettiva, la trasformazione non è né miracolo né maledizione, ma un processo ambiguo, enigmatico, che pone il soggetto di fronte a se stesso e alla vertigine della propria identità.

  Eliade, storico delle religioni, non è mai ingenuamente attratto dal meraviglioso: ciò che emerge da queste storie non è la fascinazione per l'irrazionale, ma la volontà di esplorare le forme del sacro là dove esse si presentano come dissimulazioni, paradossi o perfino scherzi del destino. Il fantastico, in Eliade, non è evasione, bensì strumento conoscitivo. La parola, in questo universo, diventa veicolo di rivelazione, ma anche di pericolo: è tramite essa che si custodisce la memoria, ma anche che si può smarrire la rotta nella foresta simbolica del linguaggio.

  Un tratto distintivo di questo volume è la sua capacità di fondere rigore narrativo e profondità speculativa. Eliade non utilizza la narrazione come semplice ornamento del pensiero teorico, ma come suo prolungamento naturale. La letteratura diventa così un laboratorio per il pensiero mitico, uno spazio in cui le intuizioni sul sacro e sul tempo ciclico trovano forma sensibile.

  I racconti si prestano, dunque, a una doppia lettura: da un lato, possono essere goduti come storie autonome, animate da un ritmo interno sostenuto, talvolta umoristico, talvolta malinconico; dall'altro, costituiscono un corpus unitario, che offre al lettore un'immersione nella cosmologia implicita dell'autore. È in questo senso che l'opera può essere letta come una "summa poetica" del pensiero eliadiano.

  In un'epoca segnata dall'oblio della tradizione e dalla frantumazione dell'esperienza temporale, questi racconti offrono una riflessione profonda sul potere della parola e sulla possibilità di ritrovare, anche nella rovina, una traccia del sacro. La pubblicazione integrale in italiano di questo secondo volume colma una lacuna importante e rappresenta un evento editoriale di rilievo, non solo per gli studiosi di Eliade ma per chiunque sia interessato ai rapporti tra mito, letteratura e storia.