Diego Fusaro
Marx a Wall Street Il capitalismo finanziario e le sue truffe
Piemme, pagg.256, € 19,90
Nel panorama odierno di crescenti disuguaglianze e globalizzazione del capitalismo finanziario, il libro di Diego Fusaro, "Marx a Wall Street", emerge come una riflessione critica sul sistema economico contemporaneo, uno studio che tenta di leggere il mondo di oggi attraverso la lente teorica del marxismo. La sua proposta non è solo un'analisi economica, ma un vero e proprio richiamo all'azione politica, alla riflessione e alla critica radicale dell'ordine neoliberale che domina la scena globale. Fusaro, una figura di spicco nella filosofia politica italiana, si presenta con questo lavoro come un interlocutore necessario per comprendere le dinamiche profonde della società contemporanea, dalle sue contraddizioni interne alle sue disfunzioni strutturali.
Il punto focale del libro è il capitalismo finanziario, che Fusaro descrive come il nucleo della modernità capitalista, una nuova fase che si è configurata attraverso la finanziarizzazione dell'economia e l'intensificazione dei meccanismi di speculazione e accumulazione. Fusaro non si limita a una critica teorica, ma si addentra nelle contraddizioni concrete del sistema, identificando il potere delle élite finanziarie come il motore principale delle disuguaglianze globali, esaminando le dinamiche economiche che rendono il capitalismo "post-1989" sempre più pervasivo e distruttivo. L'autore, dunque, non si accontenta di una lettura passiva della realtà, ma propone una visione in cui Marx, lungi dall'essere un pensatore obsoleto, è invece una guida per comprendere e combattere le disuguaglianze del presente.
La centralità del capitalismo finanziario è uno degli aspetti più rilevanti dell'opera di Fusaro. L'autore offre una visione lucida e penetrante delle trasformazioni del capitalismo che, con la fine della Guerra Fredda e la caduta del muro di Berlino, ha visto la prevalenza di un modello neoliberista che predilige il mercato finanziario rispetto alla produzione reale di beni. Fusaro non esita a descrivere le modalità attraverso le quali l'industria finanziaria, sotto l'egida di istituzioni globali come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, ha contribuito alla creazione di un sistema economico altamente instabile, dove la speculazione è diventata una pratica sistematica e distruttiva.
A tal proposito, Fusaro si rifà ai concetti di Marx sulla centralità della finanza nell'analisi del capitale, ma li attualizza per renderli applicabili alle dinamiche contemporanee. La finanza, nel suo modello, non è più al servizio della produzione, ma si è trasformata in un fine a sé stessa, alimentando una spirale di indebitamento globale, crisi finanziarie cicliche e disuguaglianze crescenti. Fusaro fa notare come, a differenza del capitalismo industriale, in cui la ricchezza si generava attraverso il lavoro e la produzione, nel capitalismo finanziario la ricchezza si genera "dal nulla" tramite il gioco di strumenti finanziari e la creazione di bolle speculative che, al momento della crisi, travolgono le classi più deboli.
Nonostante la drammaticità del quadro tracciato da Fusaro, "Marx a Wall Street" non è un libro disilluso. L'autore, anzi, recupera la figura di Marx come una fonte di ispirazione per costruire una resistenza contro le logiche neoliberiste. Fusaro rilegge Marx non solo come un teorico delle contraddizioni strutturali del capitalismo, ma come un pensatore che offre anche una via d'uscita dalla logica imposta dalle élite economiche. In questo senso, il pensiero di Marx, lungi dall'essere relegato alla storia, si presenta come una "stella polare" che guida la resistenza contro l'attuale ordine economico e politico.
Una delle tesi più avvincenti del libro è la proposta di Fusaro di riscoprire l'utopia marxista non come una forma di coscienza astratta, ma come la materia stessa della realtà storica. L'utopia, in questo contesto, non è un sogno irrealizzabile, ma una possibilità concreta di trasformazione, un invito a riflettere su un altro mondo possibile che può emergere solo attraverso la lotta politica e l'organizzazione sociale. L'autore suggerisce che il pensiero marxista non solo analizza la realtà, ma propone anche un progetto di emancipazione che rimane valido, nonostante i cambiamenti storici e la crescente oppressione del capitale.
Il linguaggio di Fusaro è articolato e spesso ricco di riferimenti filosofici e storici, ma mai fine a se stesso. Nonostante la densità del testo, l'autore riesce a mantenere una scrittura chiara e diretta. La riflessione filosofica non è solo una discussione accademica, ma un invito alla partecipazione politica, alla comprensione profonda dei meccanismi economici che strutturano la nostra vita quotidiana.
In un momento in cui la polarizzazione politica e la crisi delle democrazie liberali sembrano imporsi come i temi dominanti del nostro tempo, il libro di Fusaro offre un'interpretazione originale e stimolante delle sfide che ci attendono. Il ritorno al pensiero di Marx non è dunque un ritorno al passato, ma un punto di partenza per ripensare il futuro, per costruire una resistenza che non si limiti alla denuncia, ma che proponga una nuova visione del mondo, radicata nella solidarietà e nella giustizia sociale.
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