Cabbalisti cristiani Stampa

Gershom Scholem

Cabbalisti cristiani
a cura, e con un saggio, di Saverio Campanini

Adelphi Edizioni, pagg.177, € 15,00

 

scholem cabbalisti  Gershom Scholem, una delle figure più eminenti nello studio della Qabbalah, presenta in "Cabbalisti cristiani" un'analisi penetrante di un aspetto fondamentale eppure spesso trascurato della storia della mistica ebraica: l'incontro tra la Qabbalah e il pensiero cristiano. Questo volume, che raccoglie tre saggi acuti e riflessivi, non solo getta luce sul fascino che la Qabbalah ha suscitato nei lettori cristiani, ma traccia anche una parabola intellettuale che, come il titolo suggerisce, esplora le implicazioni di tale incontro.

  La Qabbalah, con la sua potenza simbolica e il suo linguaggio enigmatico, ha attratto numerosi pensatori cristiani nel corso dei secoli. Da Giovanni Pico della Mirandola ai filosofi rinascimentali, passando per Isaac Newton e gli alchimisti, la mistica ebraica ha suscitato un interesse che non si è mai esaurito, ma che ha avuto anche implicazioni complesse e spesso controverse. Scholem, che ha dedicato la sua vita a studiare e documentare la tradizione cabbalistica, è anche consapevole del problema di un'influenza che, pur avendo origini nell'ebraismo, è stata interpretata, talvolta, in modo profondamente estraneo alla sua matrice originaria.

  Il primo saggio del libro si concentra sulla figura di Giovanni Pico della Mirandola, un personaggio emblematico per comprendere le ragioni di questo incontro tra Cristianesimo e Qabbalah. Pico, come molti altri pensatori del Rinascimento, cercava una sintesi tra le tradizioni filosofiche e religiose, e nella Qabbalah individuò una sorta di ponte tra l'antico pensiero biblico e le nuove correnti di pensiero cristiano. Scholem esplora il modo in cui Pico ha reinterpretato la Qabbalah, adottando alcuni dei suoi concetti chiave, ma cercando al contempo di farli dialogare con il pensiero cristiano. Questa operazione, secondo Scholem, è tuttavia problematica, poiché la Qabbalah cristiana si discosta spesso dall'originale ebraico, pur mantenendo un'affinità superficiale con le sue idee fondamentali.

  Il secondo saggio affronta il tema dei "caballisti cristiani" del XVII secolo, in particolare analizzando la figura di Knorr von Rosenroth, un esoterico tedesco che cercò di tradurre e rendere accessibili i testi cabalistici ebraici al pubblico cristiano. Scholem descrive come la Qabbalah fosse vista da von Rosenroth e da altri pensatori cristiani come una chiave per svelare i misteri dell'universo e della divinità. Ma, come nel caso di Pico, anche qui emerge una tensione tra il tentativo di cristianizzare la Qabbalah e il rischio di mutarne il significato originario. L'approccio di Scholem si caratterizza per una grande attenzione storica e filosofica, che non si limita a descrivere gli eventi, ma offre una riflessione critica sulla distorsione di un sapere che, pur essendo acceso dalla passione per la trascendenza, finisce spesso per essere frainteso.

  Il terzo saggio, che esplora l'eredità della Qabbalah cristiana nel pensiero moderno, si concentra in particolare su Isaac Newton, il celebre scienziato che, pur essendo un razionalista, nutriva una grande passione per gli studi esoterici. Scholem indaga l'interesse di Newton per la Qabbalah, sottolineando come l'uso di simboli cabalistici da parte dello scienziato inglese non fosse un mero fenomeno di curiosità intellettuale, ma un tentativo di penetrare i segreti nascosti della natura e della divinità. Questo saggio ci offre una riflessione più ampia sulla pervasività della Qabbalah nella cultura occidentale, e come, attraverso figure come Newton, essa abbia esercitato una straordinaria influenza anche sulla nascita della scienza moderna.

  Nel complesso, "Cabbalisti cristiani" è un'opera che non solo esplora un aspetto meno noto della storia della Qabbalah, ma invita anche alla riflessione sulla natura dell'influenza che le tradizioni religiose ed esoteriche hanno avuto nel plasmare il pensiero europeo. La distinzione che Scholem fa tra la Qabbalah come tradizione autentica e quella cristiana come una sua interpretazione mistificata è un tema ricorrente nei suoi scritti. Tuttavia, ciò che emerge con particolare forza in questo libro è la consapevolezza della complessità di tale rapporto, con tutte le sue ambiguità e contraddizioni. Scholem riconosce che la passione per la Qabbalah cristiana non è frutto di un errore o di una malafede, ma di una sincera ricerca di comprensione. Egli stesso, in un passaggio autobiografico che traspare attraverso i suoi saggi, confessa che la sua prima introduzione alla Qabbalah avvenne proprio attraverso un cabbalista cristiano, un'esperienza che ha segnato profondamente il suo percorso intellettuale.

  Il libro di Gershom Scholem è, dunque, una lettura utile per comprendere il ruolo della Qabbalah nel pensiero cristiano e nella storia della filosofia occidentale. Le sue riflessioni sono tanto storiche quanto filosofiche, e il suo approccio rigoroso e profondo arricchisce il lettore di una comprensione complessa e articolata di uno degli incontri più controversi della tradizione mistica ebraica con il Cristianesimo.