Matthew Teller
I nove quartieri di Gerusalemme Una nuova storia della Città Vecchia
EDT, pagg.480, € 28,00
Matthew Teller, nell'affascinante e profondo libro "I nove quartieri di Gerusalemme", offre una lettura inedita e sfaccettata della città che, nel corso dei secoli, è stata non solo il crocevia di conflitti religiosi e culturali, ma anche la culla di una ricca e variegata umanità. Il testo si distacca dai consueti approcci storici e spirituali che spesso delimitano la comprensione di Gerusalemme, proponendo una riflessione che ne esplora la realtà quotidiana, fatta di storie poco conosciute e voci inedite.
La città di Gerusalemme è solitamente raccontata attraverso la lente della sacralità, come un'entità che trascende la realtà materiale per abbracciare la sfera del sacro e dell'invisibile. Il modo più comune di presentarla è quello della divisione in quattro quartieri principali – cristiano, musulmano, armeno ed ebraico –, un approccio che, pur radicandosi in una divisione geografica storicamente riconosciuta, tende a ridurre una realtà complessa e stratificata a una serie di contrapposizioni secolari. La prospettiva di Teller, tuttavia, è quella di spingersi oltre questi stereotipi, per raccontare la Gerusalemme che pulsa nei suoi angoli meno visibili, spesso trascurati dai flussi turistici.
Teller si concentra su nove quartieri, alcuni dei quali sono fuori dal radar dei visitatori e non sono facilmente riconducibili alle categorie classiche. Questi spazi urbani, sebbene possiedano un'importanza marginale nella narrazione turistica e storica della città, sono teatro di una vita vibrante, in cui le tradizioni millenarie si mescolano con le esperienze quotidiane dei suoi abitanti. L'autore non si limita a tracciare un resoconto delle vicende di queste aree, ma si immerge nelle storie individuali, spesso sconosciute, di coloro che le abitano, dando voce a comunità e gruppi che sono spesso relegati ai margini della grande narrazione della città.
Particolarmente interessante è l'approccio con cui Teller indaga le origini e le implicazioni della sacralità di Gerusalemme. Sebbene non manchino riflessioni sulle dimensioni religiose e spirituali della città, l'autore porta alla luce le dimensioni laiche e secolari che ne hanno ugualmente contribuito alla formazione della sua identità. Le religioni monoteiste che hanno sancito Gerusalemme come un luogo di culto universale non sono presentate come le uniche forze formative; al contrario, Teller suggerisce che le peculiarità sociali, economiche e politiche che hanno influenzato la vita all'interno delle mura della città siano altrettanto determinanti per comprendere la sua realtà.
In un'opera che risulta tanto storica quanto antropologica, l'autore ci presenta una città che non è solo luogo di scontro tra religioni, ma anche di incontri, miscele e sfide tra diverse culture, popoli e tradizioni. Le storie che emergono dal testo sono quelle di comunità spesso ignorate, come quella delle famiglie zingare, degli africani e degli indiani che vivono nei quartieri più remoti, ma anche di gruppi più noti, come i greci, gli armeni e i siriaci, i quali contribuiscono alla diversità che caratterizza Gerusalemme. La città appare così come un mosaico di esperienze individuali e collettive, di tensioni e armonie che, pur essendo in gran parte invisibili, sono ciò che definisce la sua autenticità.
Teller non solo narra, ma anche riflette su come queste comunità abbiano plasmato e continuano a plasmare il volto di Gerusalemme, una città che, pur nell'incessante mutamento, conserva intatta la sua capacità di essere una delle capitali culturali più rilevanti del mondo. Il suo approccio metodologico, che alterna l'analisi storica a quella sociologica e antropologica, permette di cogliere sfumature che altrimenti sfuggirebbero alla maggior parte degli osservatori.
Un altro merito del volume è la sua capacità di intersecare passato e presente in un unico flusso narrativo. L'autore non si limita a ricostruire le vicende storiche di ciascun quartiere, ma le lega alle trasformazioni sociali ed economiche contemporanee, descrivendo un mondo che, pur rimanendo profondamente ancorato alle sue tradizioni, è anche in grado di adattarsi ai cambiamenti imposti dalla modernità.
Il libro, insomma, rivela la faccia nascosta di Gerusalemme, quella che difficilmente emerge dalle descrizioni turistiche o dalle grandi narrazioni storiche. La sua capacità di restituire una voce alle comunità meno note e di esplorare le dinamiche che definiscono la città rende il testo una lettura fondamentale per capire la Gerusalemme di oggi e quella di domani. Un'opera che non solo arricchisce la conoscenza storica della città, ma invita anche a una riflessione più profonda sulle dinamiche sociali e culturali che animano uno dei luoghi più controversi e affascinanti del mondo.
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