L’ombra lunga di Napoleone. Da Mussolini a Berlusconi |
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Alessandro Campi | ||||
Marsilio Editori, pagg.184, Euro 11,00 | ||||
IL LIBRO – In che misura e in quali forme il mito bonapartista, nato per mano dello stesso Napoleone e alimentato per tutto l’Ottocento da una schiera di artisti, scrittori e pubblicisti, ha circolato nella cultura politica dell’Italia fascista? Quanto ha suggestionato lo stesso Mussolini? E' possibile rinvenire tracce della leggenda napoleonica anche nell’Italia contemporanea, dominata da oltre un decennio dalla figura di Silvio Berlusconi? Esiste tra personaggi apparentemente così distanti – Napoleone, Mussolini e Berlusconi – una comune visione della storia, della politica, del potere e degli uomini? A metà strada tra storia politica e cultura dell'immaginario, questo libro è più cose insieme: una divagazione sull’ideologia del napoleonismo, una ricognizione sul mito mussoliniano nella storia d’Italia, un excursus sulla cultura del berlusconismo, una rassegna del ruolo svolto dagli intellettuali nell’accreditare miti e credenze. Sullo sfondo i rapporti tra politica e seduzione, tra potere, propaganda e mito, tra carisma e dominio, tra capo e masse. E un invito a interrogarsi, senza schematismi o preconcetti ideologici, sulle persistenze mentali, culturali e comportamentali che hanno segnato la storia del nostro paese e ne hanno lungamente condizionato la vita politica e civile. DAL TESTO – “Quanto allo stesso Mussolini, sono molti i segnali che, nelle diverse fasi della sua vita, indicano un’attenzione non effimera nei confronti del “grande còrso” e più in generale della tradizione rivoluzionaria francese. Già nel novembre 1915 [rectius: 1914], al momento di mandare in edicola il suo nuovo quotidiano «Il Popolo d’Italia» dopo la traumatica rottura con i socialisti, aveva scelto come motto da apporre sotto la testata, accanto a una frase dell’insurrezionalista Blanqui («Chi ha del ferro ha del pane»), una massima non meno bellicosa attribuita proprio a Napoleone: «La rivoluzione è un’idea che ha trovato delle baionette». Il Mussolini non ancora fascista e uomo di potere, più che a rivendicare l’italianità del genio di Napoleone o le sue grandi doti di organizzatore, sembra interessato piuttosto al modo con cui il futuro Imperatore ha dato uno sbocco logico e conseguente al processo rivoluzionario. Riflettendo, nella ricorrenza simbolica del 14 luglio, sui legami tra Francia e Italia rinsaldati da quattro anni di guerra mondiale, Mussolini legge la dittatura napoleonica non come una deviazione o corruzione dello spirito del 1789, ma come lo strumento grazie al quale la Francia ha potuto salvare le sue conquiste di libertà e renderle un patrimonio universale”. L’AUTORE – Alessandro Campi (1961) insegna storia delle dottrine politiche nell’Università di Perugia. Ha al suo attivo numerosi saggi e articoli, tradotti nelle principali lingue. Tra i suoi lavori recenti: “Giovanni Gentile e la Rsi. Morte “necessaria” di un filosofo” (2001), “Il ritorno (necessario) della politica” (2002), “Il nero e il grigio. Fascismo, destra e dintorni” (2003), “Nazione” (2004), “La destra di Fini. I dieci anni di Alleanza nazionale 1995-2005” (2006). Ha curato, tra gli altri, i volumi “Che cos’è il fascismo? Interpretazioni e prospettive di ricerca” (2003), “Pensare la politica. Saggi su Raymond Aron” (2005). INDICE DELL’OPERA – Introduzione – Ringraziamenti – Un mito esclusivo – Passioni napoleoniche – Visto da lontano – Suggestioni e propaganda – Vite (quasi) parallele – Oltre Napoleone – Mussolini nello specchio di Napoleone – Messe in scena – Sopravvivenze – Il Napoleone di cartapesta – Una storia italiana – N. e B. – Cavalieri d’Italia – Indice dei nomi |