Lo stato sociale di Hitler. Rapina, guerra razziale e nazionalsocialismo |
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Götz Aly | ||||
Einaudi Editore, pagg.406, Euro 24,50 | ||||
IL LIBRO – Il volto piú scomodo del Terzo Reich in un libro sul quale la Germania è tornata a dividersi. Il Nazionalsocialismo fu una dittatura implacabile con le popolazioni sottomesse ma compassionevole e compiacente verso il popolo tedesco. La sua principale preoccupazione fu alimentare il consenso della nazione tedesca, con politiche che oggi definiremmo di welfare state. Programmi di sostegno ai piú deboli, sovvenzioni per le famiglie dei combattenti, reti di sicurezza sociale. Il tutto fu finanziato con la rapina selvaggia e sistematica delle nazioni asservite dalla guerra: depredate delle materie prime, colpite nella moneta nazionale, saccheggiate di ogni bene. Ricavando dalla guerra di rapina le risorse per il sistema del consenso, Hitler e i suoi uomini si comportarono come classici uomini politici attenti agli umori dei loro cittadini. Chiedendosi sempre come garantire la soddisfazione del popolo tedesco o quanto meno la sua indifferenza. Per questo la dittatura hitleriana poté contare per la gran parte della sua durata sull'appoggio della maggioranza dei cittadini tedeschi. «Com'è potuto accadere? Come poterono i tedeschi consentire che in mezzo a loro fossero commessi crimini senza precedenti e in particolare lo sterminio degli ebrei europei? La risposta è chiara. Hitler risparmiò l'ariano medio a scapito delle basi esistenziali degli altri. Per tenere alto il morale del proprio popolo, il governo del Reich rovinò le altre monete europee imponendo contribuzioni sempre piú elevate. Per garantire lo standard di vita nazionale fece predare molti milioni di tonnellate di viveri per sfamare sul posto i soldati tedeschi e trasportare in Germania tutto il resto su cui poté mettere le mani. Con la sua guerra razzista e di rapina, il Nazionalsocialismo fece in modo che in Germania vigessero un'eguaglianza e una mobilitazione in funzione dell'ascesa sociale senza precedenti. Ciò lo rese contemporaneamente popolare e delinquenziale. E furono la possibilità di vivere materialmente bene e i vantaggi indiretti tratti dal grande crimine - di cui i singoli non furono personalmente responsabili, ma i cui frutti erano bene accetti - a determinare l'atteggiamento della maggior parte dei Tedeschi dinnanzi alle premure del regime. L'assenza nella Germania nazionalsocialista di un'opposizione interna degna di menzione e la scarsità di sensi di colpa nella Germania postbellica si spiegano con lo stesso contesto storico».
DAL TESTO – “La classe dirigente nazista si fece inoltre promotrice di un primo assaggio di quella che sarebbe diventata la motorizzazione popolare, introdusse il concetto (in precedenza quasi sconosciuto) di ferie, raddoppiò il numero delle giornate festive e cominciò a sviluppare quel turismo di massa che oggi ben conosciamo. Il responsabile a Berlino del Fronte tedesco del lavoro intervenne con ogni energia per favorirlo: “Siamo ormai nel 1938 e intendiamo coinvolgere in misura sempre maggiore tutti quei connazionali i quali credono, oggi ancora, che un viaggio di vacanza non sia cosa per i lavoratori. Questa mentalità deve essere finalmente superata”. E un viaggio di quattordici giorni all’interno della Germania fu in effetti reso possibile a un prezzo, tutto compreso, oscillante fra i 40 e gli 80 marchi di allora. Fin dall’inizio lo Stato nazionalsocialista aiutò le famiglie, svantaggiò le persone non sposate e senza figli, e protesse i contadini dalle imponderabilità del mercato mondiale e della meteorologia. Le basi dell’ordinamento agrario vigente nell’Unione europea, i principi che regolano la separazione coniugale, le disposizioni in materia di traffico stradale, l’assicurazione obbligatoria degli autoveicoli contro la responsabilità civile, gli assegni famigliari per i figli, le fasce di contribuzione fiscale e anche i fondamenti per la protezione della natura risalgono a quegli anni. Furono dirigenti politici e sindacali nazionalsocialisti a sviluppare le linee generali del sistema pensionistico che è stato attuato nella Repubblica federale tedesca nel 1957, e con il quale si stabilì che vecchio e povero non dovevano essere più sinonimi, e che anzi “il livello di vita dei veterani del lavoro” non doveva discostarsi più “troppo da quello dei connazionali che lavorano””. L’AUTORE – Götz Aly ha insegnato al Fritz-Bauer-Institut dell'Università di Francoforte. Giornalista tra i piú noti, collabora con i principali organi di stampa tedeschi e ha pubblicato numerosi studi sul Nazionalsocialismo. “Lo Stato sociale di Hitler” è il suo primo libro a essere tradotto in italiano. INDICE DELL’OPERA – Ringraziamenti – Lo stato sociale di Hitler – Parte prima. I propagandisti politici in azione – I. Il sogno dell’impero popolare – Tempi eroici – La grande spinta innovatrice – Integrazione nazionale – Il trauma del 1918 – II. Informazioni per lettura – Le domande da porsi – Materiale storico - III. La dittatura compiacente – L’abbaglio della ripresa – Arianizzare per far la guerra – Indulgenza fiscale per le masse – Rigore fiscale con la borghesia – Denaro a profusione per l’impero bellico - Parte seconda. Sottomettere e sfruttare – I. Con ferma determinazione – Contribuzioni per i tedeschi – Pagamenti individuali – Esproprio collettivo - II. Profitti bellici per il popolo – I soddisfatti predoni di Hitler – Il mercato delle pulci del Reich – Pronto soccorso senza troppa burocrazia – III. Sostegno principale: l’occidente – I locali per far bisboccia in Belgio – Olanda senza confini – Pesanti oneri per la Francia – Italia: comperare senza pagare – IV. Spazio complementare: l’oriente – Lavoro schiavizzato per il Reich – Banca di emissione a Mosca – Otto, il consumatore normale – Parte terza. L’esproprio degli ebrei – Il principio della rapina di Stato – Inflazione e arianizzazione – Aiuto finanziario per la Serbia - Proteste in Ungheria – Emil e Henry Uhlmann – II. Riciclaggio di denaro per la Wehrmacht – Un Quisling qui, una costituzione là – Espropriare senza atti d’esproprio – Combutta predatrice in Francia – III. Sussidi degli alleati – Giustizia slovacca – Il bilancio bellico della Bulgaria – Politica aurea in Romania – IV. Le tracce dell’oro – Inflazione in Grecia – Gli ebrei di Salonicco – Oro alla Borsa di Atene – Il silenzio tedesco-greco – Da Rodi ad Auschwitz – Parte quarta. Crimini per il bene del popolo – I. frutti del male – L’uccisione per rapina degli ebrei – Entrate belliche 1939-1945 – II. Politica speculativa – Senza chiasso e in modo illusorio – Risparmio e fiducia – Debiti di guerra virtuali – III. Socialismo nazionale – Cognizione di causa e politica – Vivere come al cinema – Coscienza di razza e di classe – Elenco delle abbreviazioni – Il corso dei cambi – Bibliografia – Indice dei nomi |