La sconfitta del pensiero |
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Alain Finkielkraut | ||||
Nuove Idee, pagg.135, Euro 12,00 | ||||
IL LIBRO – Pubblicato in Francia nel 1987, “La sconfitta del pensiero” di Alain Finkielkraut segna l’inizio della critica mossa dall’Autore nei confronti della «barbarie del mondo moderno» che si inserisce nell’orizzonte di pensiero di Hannah Arendt.
DAL TESTO – “La nazione – attraverso la scorciatoia della organizzazione sociale e delle lingua – introduce nell’esperienza degli esseri umani contenuti e forme più vecchie di loro e di cui essi non sono mai in grado di assicurarsi la padronanza. L’uomo, lo si definisca come essere sociale o come soggetto pensante, non appartiene a se stesso, prima di intraprendere una qualsiasi iniziativa è articolato su altra cosa che se stesso. Viene così estromesso da quella posizione di ‘autore’ in cui i filosofi avevano creduto di poterlo collocare. Nello spirito dei dottrinari della controrivoluzione, si tratta di fare piazza pulita e di restaurare Dio nei suoi antichi privilegi. Poiché l’uomo non si scopre che legato a una nazione già costituita, si deve imputare al Creatore l’apparizione e il rigoglio delle identità nazionali. Il dinamismo che imprime vita alle comunità umane può essere qualificato divino proprio perché è anonimo, perché è «un processo senza soggetto». I tradizionalisti scorgono la prova irrefutabile dell’esistenza di Dio nel fatto che all’origine delle lingue e delle società non vi è, precisamente, nessuno”. L’AUTORE – Alain Finkielkraut, nato a Parigi nel 1949, insegna Cultura generale e Storia delle Idee al dipartimento di Scienze umanistiche e sociali dell’École Polytechnique. Fra le sue opere tradotte in italiano, ricordiamo: “L’ebreo immaginario” (1990), “L’umanità perduta. Saggio sul XX secolo” (1997) e “Nel nome dell’Altro. Riflessioni sull’antisemitismo che viene” (2004). INDICE DELL’OPERA – Prefazione, di Gennaro Malgieri – All’ombra di una grande parola – Parte prima. Il radicamento dello spirito – Parte seconda. Il tradimento generoso – Parte terza. Verso una società pluriculturale – Parte quarta. Noi siamo il mondo, noi siamo i figli – Lo zombi e il fanatico |