Tu l’amerai. Ricordi di G.I. Gurdjieff |
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Tchesslav Tchechovitch | ||||
Ubaldini Editore, pagg.229, Euro 18,00 | ||||
IL LIBRO – Figura controversa, maestro amato e discusso, uomo dai mille volti solo apparentemente in contraddizione tra di loro, Gurdjieff nella vita quotidiana con i suoi allievi al Prieuré di Fontainebleau assumeva di volta in volta ruoli imprevedibili. Senza preavviso poteva passare dalla leggendaria ferocia dei suoi rimproveri ad atti di disarmante generosità e bontà, e i suoi allievi lo vedevano improvvisarsi ora maestro di danza, ora medico, ora muratore, ora cuoco. Ciò che maggiormente sbalordiva gli allievi non era tanto la gamma delle sue competenze, quando la precisione, la rapidità e l’attenzione con cui portava a termine l’impegno che si era assunto. Nei suoi ricordi Tchechovitch, uno degli allievi più vicini al maestro, vissuto con lui per quasi trent’anni restituisce al lettore proprio quelle atmosfere di imprevedibilità e sorpresa che caratterizzavano la convivenza con Gurdjieff: piccoli quadri quotidiani (il rito del bagno turco, la preparazione dell’albero di Natale, le acrobazie di Gurdjieff, i banchetti sontuosi nel mezzo della foresta, la caccia al topo), ma anche ricordi intensi e in parte inediti sulla malattia e sulla morte di Gurdjieff, sul breve passaggio di Katherine Mansfield al Prieuré di Fontainebleau, sulla famiglia e sull’infanzia di Gurdjieff e sulla figura carismatica di Jeanne de Salzmann. Tchechovitch, che dopo la morte del maestro fondò un suo gruppo, non intende qui riflettere esplicitamente sull’insegnamento di Gurdjieff, ma lasciar trapelare dal racconto scarno dei fatti il senso della sua ‘missione’: egli dichiara che la sua vita è cominciata nel momento in cui ha incontrato Gurdjieff.
DAL TESTO – “La serie di ricordi che seguono non è mai stata mostrata a Gurdjieff, per la semplice ragione che questi ricordi sono stati scritti dopo la sua morte. Era dunque troppo tardi per chiedergli il permesso di citare le sue parole. Per questo, il senso delle frasi attribuite a lui non impegna in nulla la sua responsabilità. Ho passato ventotto anni in contatto diretto e frequente con Gurdjieff, e quando vi furono interruzioni non durarono che qualche mese. Ebbi così l’occasione di ascoltare l’insegnamento di Gurdjieff, di vedere il suo comportamento e le sue reazioni in varie circostanze della vita. Oggi, a quasi sessant’anni d’età, posso dire che la mia vita è cominciata solo dopo aver incontrato il suo insegnamento. Coloro che hanno l’occasione di incontrare oggi l’insegnamento di Gurdjieff non hanno la fortuna di conoscerlo di persona. È cosa buona comunicare le impressioni provate al contatto diretto con lui per far conoscere la sua personalità a coloro che hanno ricevuto quell’insegnamento dopo la sua morte? La risposta è ovvia. Ma come fare? Una cronaca imparziale degli avvenimenti non è più possibile. Io posso fornire solo le mie impressioni soggettive. Molte delle persone a cui ho parlato dell’insegnamento di Gurdjieff mi hanno chiesto impressioni sulla sua personalità. Secondo alcuni, avrei dovuto mettere per scritto ciò che raccontavo, per far sì che quegli aspetti della personalità di Gurdjieff non cadessero nell’oblìo. Qualcuno, mentre raccontavo, prendeva nota di ciò che dicevo. È così che questi ricordi hanno cominciato a prendere corpo. D’altra parte, stando accanto a lui gli atti e le reazioni Gurdjieff hanno provocato in me un’impressione così forte da farmi sentire forzatamente obbligato a diventare un testimone, più che oggi sono quasi il solo ancora in vita. È il caso, per esempio, di quanto descritto nel capitolo “Coma e risveglio di un grand’uomo”: Alexandre de Salzmann è morto, così come il dottor Shernval, e non sono certo che Thomas de Hartmann abbia avuto la stessa esperienza o ne conservi lo stesso ricordo. Non so se si occupi degli arrangiamenti della musica di Gurdjieff o se abbia mai scritto le proprie memorie. Dunque, non ho scelta”. L’AUTORE – Tchesslav Tchechovitch ha conosciuto Gurdjieff a Costantinopoli negli anni venti e da allora è rimasto in contatto costante con lui. Dopo la morte del maestro ha fondato un gruppo e ha raccolto in un manoscritto questi ricordi, ritrovati quarant’anni dopo nella soffitta di una casa di Formentera dove erano stati custoditi. INDICE DELL’OPERA – Prefazione – Prologo – 1. Gurdjieff maestro – 2. Gurdjieff medico: Alexis Combe – 3. Coma e risveglio di un grand’uomo – 4. Intelligentsia o élite – 5. Katherine Mansfield – 6. Ultimi giorni di Gurdjieff – 7. Bagni turchi – 8. Apparecchiature mediche – 9. Come complicarsi la vita – 10. Choc dall’esterno. L’uomo Gurdjieff – 11. Choc dall’interno – 12. Gurdjieff muratore – 13. Gurdjieff acrobata – 14. Gurdjieff e il topo – 15. Ricordi di Costantinopoli – 16. Il pittore – 17. Presa di coscienza della realtà – 18. I miei sogni – 19. Pan – 20. Identificazione – 21. L’albero di Natale – 22. Una cura – 23. Alexandre R. – 24. Gurdjieff medico a Mosca – 25. Condizioni da soddisfare: il fine giustifica i mezzi? – 26. Primo incontro con Gurdjieff – 27. Prima doccia fredda – 28. Memoria e opinioni di Gurdjieff – 29. Prima impressione – 30. La memoria – 31. Essere padrone della situazione – 32. Le sue apparizioni – 33. Critica artistica – 34. Babuška – 35. Ricordi di un sogno – 36. Julia Osipovna – 37. Sophie, sorella di Gurdjieff – 38. In viaggio verso di lui – 39. Jeanne de Salzmann – 40. I giornalisti – 41. Le due facce della medaglia – 42. L’atteggiamento di fronte alla missione – 43. Ricordi: Gurdjieff e la bontà – 44. Gurdjieff padrone di casa: feste e svaghi – 45. L’uomo e la natura – 46. Lavoro – 47. Strong… Weak – 48. Morte e sepoltura di Gurdjieff – 49. In viaggio! Quattro ricordi |