Tipologia razziale dell'Europa

Hans F. K. Guenther
Edizioni Ghénos, pagg. 224, Euro 20,00
 
IL LIBRO - I nostri sono tempi nei quali le problematiche razziali sono diventate di tale importanza da potersi affermare che sono (assieme, forse, al degrado ecologico) il problema concreto epocale nel centro del quale ci veniamo a trovare e che diverrà ancora più attuale nel prossimo futuro. Eppure il grande pubblico è profondamente ignorante dell'argomento "razza", e tale ignoranza viene coltivata e mantenuta dall'establishment finanziocratico imperante, che ha anche il controllo della "cultura" ufficiale e dei mezzi di comunicazione di massa. La traduzione dell'opera di Guenther è quindi finalizzata, oltre che a restituire allo studio diretto un capitolo della cultura europea frettolosamente liquidato con studi su fonti di terza o quarta mano, anche a fornire un nuovo tassello di controinformazione a chi intende uscire dalle paludi dell'idea unica egualitarista.
 
DAL TESTO - Nota: il presente scritto costituisce la Nota introduttiva a Tipologia razziale dell’Europa di Hans Friedrich Karl Günther, pubblicato dalle Edizioni Ghénos di Ferrara (2003, 224 pagine, 320 illustrazioni, 20 cartine. Costo 20 Euro). Prima edizione a cura del gruppo di studi Ghénos.Traduzione della seconda edizione tedesca (Rassenkunde Europas, von Dr. Hans F. K. Günther,J. F. Lehemanns Verlag, München, 1926) ad opera di Silvio Waldner.
Sull’utilità della prima parte del presente libro (capp. 1-6), quella più sistematica, data la totale esclusione delle nozioni razziali dall’ambito divulgativo (relegate in un iperspecialismo che quasi si vergogna di trovarsi di fronte al dato razziale, e che per ‘rimediare’ aggioga la ricerca al ‘dogma’ egualitarista), è già stato fatto cenno da parte dell’editore, Invece, vale la pena qui di soffermarsi un po’ di più sulla seconda parte del testo di Günther (capp. 7-12). Essa tratta piuttosto argomenti storici e temi di attualità (quali essi potevano essere negli anni Venti). In particolare, al Cap. 8, l’autore fa una sintesi di quegli sviluppi storico-razziologici che portarono alla decadenza dell’Ellade e di Roma, argomenti che poi egli avrebbe sviluppato in grande dettaglio in due sue opere specifiche mai tradotte in alcuna lingua diversa dal tedesco (eccettuati alcuni stralci in inglese) (1). Indipendentemente dalla fissazione del Günther sull’idea nordica (che aveva certamente i suoi pregi ma che fu portata all’estremo), la lettura di questa seconda parte ha una sua notevole utilità, in quanto vengono prospettate tematiche sociali che, incipienti all’inizio del secolo XX, sono adesso di tragica attualità.
Quanto alla fissazione sull’idea che l’unica ‘razza portante’ della civiltà europea fosse stata e sia ancora quella nordica, è basata soprattutto su constatazioni storiche; e ‘l’idea nordica’, probabilmente valida ancora diversi secoli addietro, non è detto che continui ad esserlo adesso. Ogni cosa sembra indicare che la ‘razza’ nordica (in termini razziologici più esatti, la sottorazza nordica della razza europide) abbia subito un collasso interno dal punto di vista dell’evoliana ‘razza dello spirito’, con conseguente affievolimento della capacità di retto giudizio. Ne resterebbe, al massimo, una maggiore intraprendenza e, forse, serietà di propositi (ma probabilmente non una maggior intelligenza, laboriosità o inventiva) rispetto alle altre sottorazze europidi – qualità messe a profitto spesso e volentieri da elementi di torbida origine per scopi che con ‘l’idea nordica’ poco avevano a che vedere. Già Julius Evola aveva osservato che la facilità con cui le popolazioni a prevalenza nordica accettarono, quasi tutte, il Cristianesimo prima e il protestantesimo dopo (e l’americanizzazione in tempi recenti), non deponeva in loro favore: contro il veleno psichico biblista, la ‘razza nordica’ dimostrò di avere ben pochi anticorpi.
Il Günther, poi, dimostra anche lui un'ottusa anglofilia, che si estende anche all’America del Nord – cosa non del tutto atipica della Germania della svolta dei secolo XIX e XX e anche dopo - la quale, per i Tedeschi, fu ancora più esiziale della loro slavofobia, anch’essa spesso ottusa ma che, se non altro, aveva dei precisi radicamenti storici. I ‘fratelli di razza’ anglofobi sono stati la rovina della Germania (e della razza europoide). In riguardo, valgono, fra l’altro, due osservazioni: (a) la ‘nordicità’ inglese (quale che possa essere l’importanza di questo fatto) fu sempre sopravvalutata: la popolazione dell’isola inglese è ed è sempre stata fondamentalmente di ceppo occidentale/mediterraneo; con buona pace del Günther, che va incontro agli anglofobi che hanno orrore di essere confusi con i centro o sud – europei, classificare l’inglese come lingua germanica è, scientificamente, un grossolano errore. L’inglese non è una lingua germanica – e tanto meno una lingua neolatina, nonostante il suo lessico neolatino al 70% - ma un liquame fonetico, grafologico, lessicale, grammaticale e sintattico che ha molto del ‘papiamento’ (3) e che, quale idioma profondamente degenerato, è stato classificato come strutturalmente affine alle lingue bantù (4).
Silvio Waldner
(1) Lebensgeschichte des hellenischen Volkes (Storia biologica del popolo ellenico) e Lebensgeschichte des römischen Volkes (Storia biologica del popolo romano) pubblicati ambedue da Franz Freiherrn Karg von Bebenburg, Verlag Hohe Warte, Pähl, 1965 e 1966 rispettivamente. (Verlag Hohe Warte, Tutzinger Str. 46 D-82396 Pähl. Tel: +498808267. Fax: +498808921994)
(2) Julius Evola, Rivolta contro il mondo moderno, Mediterranee, Roma, 1969(3)
(3) Il papiamento è quell’intruglio di spagnolo, olandese, portoghese e inglese che è adesso lingua ufficiale nelle ex-Antille Olandesi (Curacao, Aruba, Bonarie).
(4) Dal linguista francese Claude Hagège, Storia e destini delle lingue d’Europa, La nuova Italia, Scandicci, 1995. Da notarsi (!) che l’Hagège è tutt’altro che un anglofobo o un americanofobo
L'AUTORE - Hans Friedrich Karl Günther
 
INDICE DELL’OPERA - Il perchè di questa casa editrice - Nota introduttiva - Sull'autore - Introduzione alla seconda edizione tedesca - Dall'introduzione alla prima edizione tedesca -
1 - Cenni sul concetto di "razza", sull'esposizione di cinque razze europee e sulla craniometria;
2 - Le caratteristiche somatiche delle razze europee;
3 - Le qualità spirituali delle razze europee;
4 - Influssi di razze extra-europee;
5 - Ambiente, ereditarietà, mescolamento razziale;
6 - La ripartizione delle razze europee sul territorio d'Europa;
7 - Le razze europee nella preistoria;
8 - La razza nordica nella preistoria e nella storia;
9 - La dendordizzazione dei popoli di lingua romanza;
10 - La denordizzazione dei popoli di lingua germanica;
11 - la situazione attuale, dal punto di vista razziale;
12 - Il pensiero nordico;
- Appendice - Bibliografia güntheriana - Cartine.