“O u rump, o u moeur”. Breve storia del battaglione alpini “Intra” sul fronte greco-albanese (gennaio-maggio 1941) | ||||
Massimiliano Baroni | ||||
Grafica MA.RO Editrice, pagg.202, Euro 40,00 | ||||
IL LIBRO – Ancora una storia di alpini. Questa volta una storia breve, ma impreziosita da una ricca e inedita documentazione fotografica. Più di duecento immagini che fanno rivivere i mesi della Campagna greco–albanese durante la Seconda Guerra Mondiale del Battaglione alpini “Intra”. Le hanno scattate gli stessi alpini per fare omaggio, al ritorno alla patria, al “loro” colonnello Pio Sellerio. Un album, quello confezionato dalle penne nere, che è stato custodito per tanti anni, come prezioso tesoro di una cara eredità, dalla figlia dell’ufficiale e che oggi si può aprire e sfogliare per riscoprire una pagina di storia e rivivere in quelle immagini ingiallite dal tempo le vicende delle penne nere in terra ellenica. Con questa ricerca Massimiliano Baroni – socio del Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto e dell’Associazione Nazionale Alpini – è alla sua seconda pubblicazione. Un libro non solo per gli alpini, ma anche per gli appassionati di storia.
DAL TESTO – “Un breve sguardo sulla campagna di Grecia. Prima di narrare gli avvenimenti che interessano il battaglione alpini “Intra” sul fronte greco–albanese tra il gennaio ed il giugno del 1941, si cercherà, senza entrare nei particolari, d’inquadrare l’intera Campagna greca. L’ultimatum venne consegnato nella notte del 28 ottobre 1940 dall’ambasciatore italiano in Grecia nelle mani del primo ministro ellenico Metaxas. Il governo greco lo rifiutò categoricamente sia per le umilianti richieste italiane, sia perché consapevole del forte appoggio militare ed economico inglese. Una guerra che costò, fra il 1940 ed il 1941, all'Esercito Italiano 13.755 morti, 50.874 feriti, 12.368 congelamenti gravi e 26.067 dispersi; e a quello greco 14.420 morti, 61.600 feriti e 4.253 dispersi. "Se si legge la relazione ufficiale dello Stato Maggiore dell’Esercito, i piani d’occupazione della Grecia risalgono al 1939. Altri piani seguirono fino ad arrivare a quello approvato il 15 ottobre del 1940 al Palazzo Venezia fra il Duce e le alte sfere militare. Essenzialmente il piano prevedeva “offensiva in Epiro, osservazione e pressione su Salonicco e, in secondo tempo, marcia su Atene”. Si contrapponevano: “ - Da parte italiana: 4 divisioni di fanteria (24 battaglioni), 1 divisione alpina (5 battaglioni), 1 divisione corazzata (3 battaglioni bersaglieri, 3 battaglioni carri) ed il raggruppamento del litorale (2 reggimenti di cavalleria e 1 di granatieri). - Da pare greca: 3 Divisioni di fanteria con 22 Btg. di cui 4 di frontiera, 7 Brigate di fanteria con 8 Btg. di frontiera”. "Da questo raffronto si evince un modesto vantaggio italiano ma per un confronto fra le divisioni di fanteria greca ed italiana è utile mettere in risalto che la prima disponeva di: tre reggimenti di fanteria su tre battaglioni, una compagnia mortai da 81 (quattro mortai) ed una sezione di artiglieria da 65 (tre pezzi); un reggimento di artiglieria su due gruppi da 75 ed uno da 105 ciascuno su due batterie di quattro pezzi. Invece quella italiana aveva: due reggimenti di fanteria su tre battaglioni, una compagnia mortai da 81 (sei mortai) ed una batteria di accompagnamento da 65 (quattro pezzi); una legione camicie nere (eventuale) su due battaglioni e, talvolta, una compagnia mitraglieri; un battaglione mortai da 81 su due compagnie (sei mortai ciascuna); una compagnia cannoni da 47/32 (8 cannoni), un reggimento artiglieria su gruppo da 75/13, uno da 75/27 ed uno da 100/17 (ciascuno su tre batterie di quattro pezzi), ed una batteria da 20 mm ca. (8 pezzi). In sostanza, la forza di una divisione greca ammontava a circa 18.500 uomini contro i 12-14.000 di quella italiana. Quest’ultima era in netto vantaggio per mortai da 45 e da 81, ma in forte difetto per mitragliatrici e fucili mitragliatori”. |