Hagakure. All'ombra delle foglie. Il coraggio e l'onore dei samurai | ||||
Yamamoto Tsunetomo | ||||
Edizioni Solfanelli, pagg.80, Euro 7,00 | ||||
IL LIBRO – Manuale per i guerrieri (Bushi), composto di 1300 brevi aneddoti e riflessioni di diverso carattere, è considerato un classico del Bushido. È famosa la frase con la quale si apre e che riassume la filosofia dell'autore: «Ho capito che la Via del Samurai è la morte.» In questo libro sono stati tradotti gli aneddoti più significativi e che meglio possono rimandare ad alcuni aspetti del Giappone moderno, a prova non solo dell'influenza che l'Hagakure possa aver suscitato sul pensiero nipponico, ma come i suoi principi siano stati accettati e riconosciuti come propri dello spirito giapponese. DAL TESTO – “«Ho capito che la Via del Samurai è la morte.» Così afferma Yamamoto Tsunetomo nel suo Hagakure, destinandolo a interpretazioni parziali e faziose che spesso sfociarono in estremo fanatismo: il suicidio di Yukio Mishima secondo il rituale del seppuku, il sacrificio di giovani militari giapponesi indotti alla cieca obbedienza per l’imperatore. Eppure dietro questa frase di facile fraintendimento si cela un pensiero ben lontano da quello che superficialmente si vede; paradossalmente invita alla vita, al viverla in ogni suo istante al meglio, ricordando che l’uomo, come ogni altro essere vivente, è destinato a morire. Vivere la vita mirando ad uno scopo a cui dedicare anima e corpo. Lo scopo di un samurai è quello di combattere, quindi adempiere ad una vita perfetta morendo con onore: sul campo di battaglia. In ogni gesto, in ogni attimo si ricerca la perfezione: l’estetica del wabi e sabi si esemplifica nella meditazione Zen, nella sado, la cerimonia del tè. Ma il campo di battaglia ai tempi di Yamamoto Tsunetomo rimane un mero e nostalgico ricordo: nel 1600 la battaglia di Sekigahara pose fine al periodo più tumultuoso della storia del Giappone, il Sengoku jidai, il periodo dei paesi in guerra. La terribile guerra intestina del Giappone durata ben centocinquanta anni. Iniziò un lungo periodo di pace sotto l’egemonia del bakufu Tokugawa (1600-1868), che puntò su di un rigidissimo governo centralizzato che ritrovava i suoi principi nel confucianesimo cinese. Per mantenere più stabile la situazione il bakufu pensò anche di vietare alcune prassi contraddistinguenti la classe dei samurai come il junshi, il suicidio rituale alla morte del proprio signore. Senza più battaglie da combattere, senza più signori per cui morire, il samurai si muoveva goffamente in quel nuovo mondo di leggi e norme quale era il mondo burocratico-amministrativo”. L’AUTORE – Yamamoto Tsunetomo (1659-1719), samurai al servizio del “daimyou” Nabeshima Mitsushige, divenne nel 1700 monaco buddista. Dettò al suo discepolo Tsuramoto gli aneddoti che costituiscono l’”Hagakure”. Francesca Meddi nasce a Roma nel 1978. Si laurea in Lingue e Civiltà Orientali con la tesi “L'amore in occidente e in Giappone: Jun'Inichiro Tanizaki e l'amore masochista per una femme fatale”. Successivamente vive per qualche anno in Giappone. Da tempo si dedica alla traduzione di testi letterari giapponesi che le permettono di conciliare i suoi principali interessi: lo studio della lingua, della letteratura e della cultura giapponese. INDICE DELL’OPERA – Presentazione: Hagakure. All’ombra delle foglie – I. La filosofia della follia – II. La giusta predisposizione d’animo – III. Orgoglio e spirito combattivo – IV. Le difficoltà delle relazioni umane – V. Servire – VI. Per ogni epoca la sua tendenza – VII. Sul seppuku e sul junshi – VIII. Yamamoto Tsunetomo – L’ultimo samurai? - Lo stoicismo e lo zen – Glossario – Bibliografia |