Sul principio
Martin Heidegger
Bompiani, pagg.302, Euro 25,00
 
IL LIBRO - Questo manoscritto del 1941 affronta e sviluppa il concetto fondamentale che ha animato il grande confronto del pensatore con l'impronta greca della tradizione filosofica occidentale e che lo ha condotto a proclamare la fine della filosofia e la necessità di un altro inizio del pensiero. Comprendere veramente Heidegger significa giungere a condividere la ricerca di un principio della storia che ancora ci precede e in tal senso le possibilità che ancora attendono di essere tradotte nei sentieri del pensiero a venire. Questa edizione è arricchita da apparati che permettono di addentrarsi nel lessico che governa il pensiero di Heidegger e particolarmente i manoscritti degli anni '30 e '40.
 
  DAL TESTO - "Tutti i segni fanno discernere il fatto che l'evo non sia maturo per apprendere la comunicazione di un'autocritica di "Essere e tempo"; infatti esso 'elaborerebbe' questa 'critica' soltanto in quanto conferma benvenuta dei suoi sospetti e delle sue disapprovazioni, in quanto buona occasione per ricadere ancora una volta nella recidività di ogni metafisica, e in quanto spunto per assolversi da ogni tentativo di absalto nel principiale."
 
  L'AUTORE -  Martin Heidegger nacque a Messkirch, nel Baden-Württemberg, il 26 settembre 1889. Dopo aver cominciato studi di teologia a Friburgo in Brisgovia, cambiò facoltà per dedicarsi allo studio delle scienze naturali, della matematica e della filosofia. I suoi primi interessi filosofici si orientano verso lo studio del pensiero aristotelico (in un primo tempo attraverso la mediazione di Brentano e del teologo Carl Braig) e di quello di Husserl. Nel 1913 conseguì il dottorato discutendo (relatore il filosofo cattolico A. Schneider e correlatore H. Rickert) una dissertazione dal titolo "La dottrina del giudizio nello psicologismo", in cui polemizza con la concezione psicologistica della logica. Nel 1915 ottenne la libera docenza con un lavoro su "La dottrina delle categorie e del significato in Duns Scoto" (fondato però sulla Grammatica speculativa che non è autentica, e che è da attribuirsi allo scotista Tommaso da Erfurt). Il lavoro, presentato dal neo-kantiano Heinrich Rickert, risente anche dell'influenza di Emil Lask nonché di Edmund Husserl. Nello stesso anno, consegue la 'venia legendi' con una lezione sul tema "Il concetto di tempo nella scienza della storia". Nel 1915 fu chiamato a prestare servizio militare dal quale - assegnato al servizio postale e poi a quello metereologico - si congedò nel 1918, potendo peraltro mantenere i contatti con l'università. Nel 1919, ritornato a Friburgo, cominciò la sua collaborazione con Husserl del quale divenne assistente e al quale dedicò il suo capolavoro, "Essere e tempo" (1927), pubblicato sullo "Jahrbuch für Philosophie und Phänomenologische Forschung". Rimase a Friburgo fino al 1923, anno in cui, per interessamento di Paul Natorp, fu nominato professore a Marburgo. Professore prima a Marburgo, poi a Friburgo e per breve tempo rettore di questa Università, Heidegger si tenne appartato dalla cultura ufficiale nel periodo del Nazionalsocialismo, per quanto in un discorso pronunciato da lui come rettore nel 1933, "L'autoaffermazione dell'università tedesca", traspaiano i suoi legami con il Regime (che in questi ultimi anni hanno dato luogo ad accese polemiche, sulle quali è ancora prematuro fare il punto). Il discorso suscitò reazioni negative nell'ambiente filosofico internazionale, tanto che fu bollato da Benedetto Croce, in un articolo apparso su "La critica", come «indecente e servile». "Essere e tempo" rimase incompiuto, ma integrazioni rispetto all'opera possono essere considerati "Kant e il problema della metafisica" (1929), "L'essenza del fondamento" (1929) e "Che cos'è la metafisica" (1929).
  Negli anni che seguirono a questi scritti, cioè a partire dal 1930, l'indagine di Heidegger subisce una svolta decisiva, che si è espressa negli scritti seguenti: "Hölderlin e l'essenza della poesia" (1937); "La dottrina platonica della verità" (1942); "L'essenza della verità" (1943); "Lettera sull'umanismo" (1947); "Holzwege" ("Sentieri interrotti", 1950); "Introduzione alla metafisica" (1956); "Che cosa significa pensare" (1954); "Conferenze e saggi" (1954); "Che cos'è questo - La filosofia?" (1956); "Sulla questione dell'essere" (1956); "Identità e differenza" (1957); "Il principio del fondamento" (1957); "La rassegnazione" (1959); "In cammino verso il linguaggio" (1959); "Nietzsche" (2 voll., 1961); "Il problema della cosa" (1962); "La questione del pensiero" (1969).
  Heidegger è morto a Messkirch il 26 maggio del 1976.
 
  INDICE DELL'OPERA - Introduzione all'edizione italiana, di Giovanni Battista Demarta - Nota all'introduzione. Le parole del pensiero dell'evento - Avvertenze e abbreviazioni - La premessa - I. Il principiamento del principio - L'interscissione e l'interscissura - Il principio in quanto infracedenza - II. Il principio e il pensiero principiale. Il repensiero del principio - III. Evento ed esser-ci - IV. L'esplicitazione e il dettatore - V. La destinanza d'essere - Destinanza e storia - VI. Essere e tempo e il pensiero principiale in quanto destinanza dell'essere - Postfazione della Curatrice dell'edizione tedesca - Appendici all'edizione italiana