Totenkopf. La Divisione "Testa di morto" della Waffen SS |
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Massimiliano Afiero | ||||
Marvia Edizioni, pagg.320, Euro 30,00 | ||||
DAL TESTO – ““Totenkopf”, un nome che evoca terrore, un nome che rimanda l’umana memoria al pensiero della morte, della distruzione, un nome legato ad una delle formazioni della Waffen SS più temute ed odiate nella storia della seconda guerra mondiale. Dipinti dalla storiografia ufficiale come una banda di assassini, carnefici, accozzaglia di ex-guardie dei campi di concentramento, ex-detenuti, criminali incalliti, ancora oggi si fa fatica a parlare dei combattenti della “Totenkopf” senza suscitare scalpore, diffidenza e indignazione. La divisione “Totenkopf” continua ad essere identificata come l’archetipo del terrore nazista applicata non solo sui campi di battaglia ma anche contro le popolazioni civili inermi. In realtà tranne che per alcuni iniziali episodi deplorevoli e contro ogni logica di corretto comportamento militare, la Divisione “Totenkopf” fu impegnata sempre ed esclusivamente in prima linea battendosi valorosamente e dimostrandosi una delle formazioni più combattive della “Waffen SS”. Infatti tra le varie formazioni dell’esercito nero, la “Totenkopf” è quella che maggiormente evoca lo spirito combattivo ed il sacrificio fino alla morte sul campo di battaglia, non solo nella simbologia del suo emblema, ma anche nelle disperate e sanguinose compagne e battaglie in cui fu coinvolta. "Formata inizialmente con personale scadente e di dubbia moralità soprattutto con ex-guardie di internamento, grazie all’opera del suo primo comandante e padre fondatore Theodor Eicke, divenne ben presto un'unità di élite, guadagnandosi da subito il rispetto dei Generali dell’esercito tedesco e, soprattutto, quello degli avversari. Dopo aver ricoperto un ruolo marginale durante la campagna polacca, in Francia la Divisione si comportò egregiamente contro le forze francesi e inglesi, fatta eccezione per l’episodio di Le Paradis. Sul fronte dell’est la Divisione venne impegnata inizialmente sul fronte nord partecipando alla marcia verso Leningrado restando poi assediata nella sacca di Demjansk dove solo lo spirito di sacrificio e la tenacia delle “teste di morto” evitarono una catastrofe, arginando per mesi la spinta offensiva del nemico. Da quel momento la “Totenkopf” venne utilizzata come forza di pronto intervento per risolvere situazioni militari critiche e riorganizzata prima come una “Panzergrenadier Division” e poi come una “Panzer Division”. A Kharkov, Kursk, sul fronte del Mius, sul fronte polacco, in Ungheria ed infine in Austria le “Teste di morto” tennero testa al nemico in una lotta senza quartiere e senza esclusione di colpi. Mentre tutto cedeva, solo i combattenti della Waffen SS tennero ancora, mentre tutti arretravano le Waffen SS contrattaccarono con grande slancio e con grande onore, quell’onore che li legava alla fedeltà giurata, soli contro tutti a battersi per una guerra che tutti consideravano ormai già perduta. Ma questo non importava, era necessario onorare il ricordo dei camerati caduti, era necessario difendere i confini della Patria dai barbari venuti dall’est… "Quando la situazione si fece grave i reparti della Divisione tentarono disperatamente di sfuggire alla cattura da parte dei Sovietici, consegnandosi agli Americani. Questi ultimi, in uno slancio di umanità e di onore militare, dopo aver falsamente assicurato loro il trasferimento all’ovest, li accompagnarono invece in massa ai Sovietici mandandoli praticamente a morire. Colpevoli solo di aver combattuto sul campo di battaglia, accusati di numerosi crimini efferati mai commessi e mai dimostrati in qualsiasi tribunale civile o militare, i combattenti della “Totenkopf” accettarono in silenzio il loro destino, certi di aver dato il massimo per la causa nazionalsocialista”. L’AUTORE – Massimiliano Afiero nasce ad Afragola (Napoli) nel 1964; insegnante di informatica, ma soprattutto appassionato studioso del secondo conflitto mondiale, ha pubblicato numerosi articoli sulle principali riviste di storia a diffusione nazionale, come “Storia del XX Secolo”, “Storia & Battaglie”, “Storia nel Novecento”, “Raids” e “Milites” e collabora attivamente con numerosi siti web a carattere storico-militare. Dal novembre 2004 è Consulente storico e Direttore Tecnico della rivista “Volontari”, bimestrale dedicato esclusivamente alla storia delle formazioni della Waffen SS. Ha già pubblicato con la casa editrice Ritter, “I volontari stranieri di Hitler: storia dei combattenti stranieri arruolati nelle forze armate tedesche” (settembre 2001). Con la casa editrice Marvia ha iniziato nel settembre 2003 la collana “Waffen SS” dedicata alla storia delle varie Divisioni pubblicando già tre titoli: “Wiking” (settembre 2003), Nord (febbraio 2004) e “Nordland” (luglio 2004). Sempre con la Marvia ha pubblicato nel marzo 2005 il primo dei tre volumi della collana “La crociata contro il bolscevismo”: “Le Legioni volontarie europee”. Con la casa editrice Lupo ha pubblicato nel dicembre 2004 il volume “SS Fallschirmjäger: il battaglione paracadutisti SS”. |