La sporca guerra
del petroliere Bush
Mauro Bottarelli
Malatempora, pagg.96, Euro 7,00
 
Il giornalista ('indipendente') Mauro Bottarelli è un 'sottile' indagatore delle implicazioni economiche e geopolitiche dei conflitti …dal Kosovo all'Afghanistan. In questo libro pregevolissimo e documentatissimo (pubblicato per i tipi di Malatempora, 'giovane' editrice contro-corrente nel cui catalogo figurano diverse opere degne di attenzione… si veda il sito internet http://www.malatempora.it/), egli ricostruisce con rimarchevole capacità di sintesi i principali avvenimenti che hanno caratterizzato lo scenario politico internazionale a partire dall'11 settembre 2001, svelandone gli inquietanti retroscena che i "grandi" mezzi di (dis)informazione di massa hanno sapientemente sottaciuto e/o distorto.
Alcuni anni or sono, il generale Heinrich Jordis von Lohausen, già membro del Quartier Generale della Nato, sostenne che "solo quelli che guardano superficialmente agli avvenimenti militari pensano che il nemico attaccato per forza di cose sia il nemico principale. In guerra è nemico quello al quale vogliamo infliggere delle perdite. La volontà di infliggere perdite ha spesso come vero oggetto qualcun altro che non l'apparente nemico principale. Questo qualcun altro non è inoltre assolutamente esposto agli attacchi militari, anzi è spesso riconosciuto e dichiarato come alleato. Questi alleati spesso diventano i partecipanti della guerra condotta da uno degli alleati, di solito il più importante, la forza egemone. La forza egemone che crea delle condizioni per future dipendenze o future distruzioni delle fonti di ricchezza di questi altri".
Se proviamo ad applicare l'assunto desumibile dal passo poc'anzi citato all'aggressione (terroristica) sull'Afghanistan - che la 'propaganda' del Sistema ha 'descritto' come l'inevitabile operazione militare volta a deporre il "regime" dei Talebani per via delle sue presunte (e 'indimostrate'…) implicazioni negli attentati dell'11 settembre -, possiamo scorgere i reali obiettivi perseguiti dagli Stati Uniti con la cosiddetta "guerra al terrorismo". Uno di questi, il principale, è senz'altro rappresentato dalla Russia di Vladimir Putin. Scrive a tal proposito Bottarelli: "La Russia (…) è l'unica potenza nucleare mondiale oltre agli Usa. A dispetto di ciò che crede l'opinione pubblica, la potenza militare russa non è stata distrutta del tutto; anzi, è decisamente più forte, in relazione agli Usa, che durante il primo periodo della Guerra Fredda [sottolineatura nostra, ndr]. Se gli Stati Uniti riusciranno a frantumare la Russia e le altre repubbliche ex sovietiche in entità deboli e controllate dalla Nato, Washington avrà le mani libere per sfruttare le immense ricchezze di quelle terre dove e come vorrà, senza temere reazioni. E a dispetto delle chiacchiere che parlano di una collaborazione tra Russia e Stati Uniti [qualcuno, addirittura, è convinto che la Russia sia 'entrata' nella Nato… In realtà la Russia e la Nato hanno creato un Consiglio congiunto che ha competenze 'limitate'. In Russia, checché ne dicano i detrattori di Putin, non 'sorgeranno' basi militari americane…, ndr], e nonostante i gravi danni provocati in Russia dal Fondo Monetario Internazionale, queste rimangono le intenzioni della politica Usa [sottolineatura nostra, ndr]. L'Afghanistan ha una posizione strategica, non solo perché confina con Iran, India, e persino (con una piccola striscia) con la Cina, ma, molto più importante, condivide confini e religione con le repubbliche centro asiatiche dell'ex Unione Sovietica: Uzbekistan, Turkmenistan e Tajikistan. (…) L'Asia centrale è strategica non solo per i vasti giacimenti petroliferi, ma soprattutto per la sua posizione. Se Washington dovesse arrivare a controllare queste repubbliche, a quel punto avrebbe basi militari nelle aree seguenti: il Baltico, i Balcani, la Turchia, e le repubbliche in questione. E questo sarebbe una cappio intorno al collo della Russia".
Bottarelli sottolinea, inoltre, come i Talebani - giunti al potere grazie all'imprescindibile 'contributo' dell'intelligence militare pakistana (l'Isi), dell'Arabia Saudita e …degli Stati Uniti! - avessero il compito "di destabilizzare le repubbliche ex sovietiche dell'Asia centrale sui loro confini" e di isolare la Russia dall'Iran. "Ma - continua l'Autore - i talebani hanno fallito [non si sono uniformati alle direttive di Washington, dimostrando di non essere dei servi docili dell'occidente, ma, al contrario, gli strenui (e 'legittimi') difensori dell'indipendenza del Popolo afghano, ndr]. Non hanno smembrato l'alleanza dei paesi controllati dalla Russia. Invece di sovvertire l'Asia centrale, hanno iniziato a distruggere le statue di Buddha e a terrorizzare coloro che non seguivano l'interpretazione super repressiva dell'Islam che ha il regime [Noi non diamo 'troppo' credito a ciò che la 'propaganda' ha diffuso sul conto dei Talebani. Nell'articolo di Elisabetta Rosaspina sul "Corriere della sera" del 18 agosto u.s., leggiamo le seguenti, 'oneste' dichiarazioni rilasciate da Yvonne Ridley (la giornalista inglese "imprigionata" per una decina di giorni dagli uomini del Mullah Omar nel settembre 2001): "Non mi hanno trattato male. Anzi, a dirla tutta, i talebani sono uomini d'onore". E ancora: "La Cia mi avrebbe voluta morta, per convincere l'opinione pubblica della necessità dei bombardamenti sull'Afghanistan". "Quando sono stata liberata, tutti si attendevano da me resoconti terrificanti, invece il popolo afghano è piacevole, simpatico. Ma l'Occidente non vuole sentire, perché non sta bene bombardare gente simpatica". "Detestavo il velo. Nella mia arroganza di occidentale credevo che quello che non piaceva a me fosse sgradevole per tutte le donne. Il burqa non è il simbolo dell'Islam, è soltanto un fatto culturale e tradizionale di una parte dell'Asia"…, ndr]. Contemporaneamente, la Russia si è mossa nella direzione "sbagliata", dal punto di vista di Washington. La pedina completamente controllabile Eltsin è stato sostituito con il presidente Putin, che in parte resiste ai voleri Usa, per esempio contrstando il piano della Cia per impossessarsi della Cecenia attraverso l'uso di terroristi islamici legati all'Afghanistan. E ancora, Cina e Russia hanno siglato un patto di difesa reciproca. E a dispetto delle enormi pressioni Usa/Europa, Putin ha rifiutato di isolare il presidente bielorusso Lukashenko che, come l'incarcerato ma non spezzato presidente jugoslavo Milosevic, sostiene la necessità di opporsi alla Nato".
Molto interessante è anche quanto Bottarelli scrive a proposito del Presidente Alexander Lukashenko, un 'Amico' dell'Iraq: "Washington e l'Unione Europea detestano Lukashenko perché ha rifiutato di sottomettere il suo piccolo paese ai voleri del Fondo Monetario Internazionale, e di smantellare tutte le garanzie sociali dell'era sovietica [recentemente egli, preoccupato per la salute dei suoi Connazionali, ha anche ordinato la chiusura del principale McDonald's di Minsk, e - secondo quanto riferito dal "Corriere della sera" del 19 agosto 2002 - starebbe meditando di "far chiudere i battenti a tutti i fast food della catena americana presenti nel Paese", ndr]. Inoltre prese posizione in difesa della Jugoslavia [durante la micidiale aggressione Nato del 1999, ndr]. E desidera persino l'unione di Bielorussia, Ucraina e Russia. Questo desiderio di rimettere assieme ex repubbliche sovietiche, lo mette nel mirino della politica di Washington, che mira invece a frantumare ulteriormente questi Paesi. Per mesi, Washington e gli europei si sono occupati delle elezioni bielorusse. Washington ha ammesso di aver costituito circa 300 "Organizzazioni non governative". Questo in un Paese che conta meno di 10 milioni di anime. Inoltre, appena prima delle elezioni, l'ambasciatore degli Stati Uniti Michael Kozak ha scritto a un giornale britannico: "Obiettivo e metodologia degli Stati Uniti sono gli stessi in Bielorussia come in Nicaragua, dove gli Stati Uniti hanno sostenuto i Contras contro il governo di sinistra dei sandinisti in una guerra che ha provocato almeno 30.000 vittime"".
Il libro contiene, inoltre, importantissime rivelazioni in ordine al ruolo giocato dagli "israeliani" negli attentati dell'11 settembre; ai rapporti tra la famiglia Bush e quella di Osama Bin Laden; ai legami fra Al Qaeda e i narco-terroristi albanesi dell'Uck, addestrati armati e finanziati dalla Cia; alla vicenda dell'antrace (la cui responsabilità, in un primo tempo, venne fatta ignominiosamente ricadere sulla Repubblica dell'Iraq); ai legami tra Bush, la Massoneria e la Skull and Bones; e altro ancora.