La sinistra fascista | ||||
Giuseppe Parlato | ||||
il Mulino, pagg.406, Euro 23,24 | ||||
Questo pregevole saggio di Giuseppe Parlato (docente della Libera Università "San Pio V" di Roma) traccia un profilo storico della Sinistra fascista, che, delle varie "correnti" del Fascismo, fu la più vivace e la più coesa. Intorno alla metà degli anni Trenta, la Sinistra fascista si fece portatrice di un "nuovo Fascismo" volto a superare definitivamente la società borghese e il capitalismo. Il mito del lavoro e del lavoratore, l'umanesimo del lavoro di Giovanni Gentile, il progetto di socializzazione di Cianetti, la nascita dell'intellettuale militante, le pulsioni rivoluzionarie nella Repubblica Sociale Italiana e, infine, le sofferte evoluzioni della Sinistra nazionale nel secondo dopoguerra costituiscono le tappe principali di questo percorso, che l'Autore ricostruisce accuratamente. Fortemente ancorata al Risorgimento mazziniano e garibaldino, la Sinistra fascista - che trovò nel sindacato e nei giovani universitari i principali punti di riferimento - volle incarnare un progetto che era nato assai prima del Fascismo e che mirava a oltrepassare tale esperienza. Il fascino che essa seppe esercitare su numerosi intellettuali e, per contro, le difficoltà di esprimersi in una proposta politica concreta, sia durante il Regime fascista sia soprattutto nel dopoguerra, dipesero dall'ambizione di considerarsi non soltanto una delle anime del Fascismo ma anche una componente, eretica ma effettiva, della Sinistra italiana. Fra gli esponenti della Sinistra fascista, ci sembra doveroso ricordare Stanis Ruinas, il quale, con la rivista "Il Pensiero Nazionale", nel dopoguerra si collocò a fianco del Partito comunista italiano, "in una posizione - sottolinea Parlato - di difesa del bagaglio ideologico del fascismo rivoluzionario, fortemente ostile alla sinistra missina ma con frequenti, anche se burrascosi, contatti con la sinistra storica dei Pini e dei Pettinato". |